Avevo 25 anni, e subito dopo la caduta dell’accordo Ania le Confederazioni artigiane mettevano come primo punto del loro programma la creazione di un tempario.
Tanto era interessante e fondamentale questo punto che sacrificarono la loro unità, creando di fatto due tempari
(Articolo Pubblicato su Car Carrozzeria di Giugno da Riccardo di Cagliari)
All’Autopromotec del 2005, dove a detta dei cronisti di Confederazione, in una sala stracolma e dove l’emozione era palpabile (io non me ne ero accorto) venne presentato il nuovo tempario nella logica della libertà di scelta, inaugurando così la lunga stagione de “il tempo del tempario”.
A febbraio del 2007 entrò in vigore il risarcimento diretto e la possibilità di introduzione delle polizze che prevedevano il risarcimento in forma specifica. Eravamo tutti un po’ disorientati e rivolgendoci verso le associazioni di categoria vedevamo sempre il loro orientamento verso la diffusione dei tempari. Finalmente ad aprile del 2009, quando cominciavano a diffondersi i nuovi contratti di fiduciariato delle Compagnie assicurative (penso a Fonsai e Ugf), la risposta fu un nuovo tempario dichiarando: «In un momento di grave crisi economica generale soprattutto per il mondo dell’autoriparazione abbiamo investito capitali e risorse umane per creare un tempario indipendente».
Ma non si fermarono lì, l’azione andò a vanti e si concluse a settembre dello stesso anno in occasione del Gran Premio di Monza, dove il tempario fu presentato on line.
Leggo Car Carrozzeria di aprile e mi accorgo che “il tempo del tempario” non è ancora finito.
Quasi un decennio è passato, il potere delle Compagnie è aumentato e i maggiori organi di rappresentanza politica delle Confederazioni propongono e parlano solo di tempi, di qualche letterina inviata all’Antitrust o di aprire dei dialoghi per il raggiungimento di protocolli di intesa che dovranno essere alla base di un confronto ecc. ecc.
Basta!
Lo dico a nome di tutti i giovani colleghi, perché è chiaro che così facendo le nuove generazioni siano disorientate, per non dire disgustate in molti casi, da questo modo di vedere e gestire il nostro mondo associativo e pensino solo alle proprie aziende contribuendo all’isolamento della categoria e diffondendo quel menefreghismo di cui è già stato detto nelle pagine di questa rivista.
Noi giovani non ci avviciniamo alle Confederazioni, o ce ne andiamo perché siamo “altro”.
Non abbiamo voglia di entrare in un contenitore vuoto. Siamo stufi di sentire parlare di tempi e di tempari.
Pensiamo e parliamo di cose reali! Parliamo di abusivismo e della possibilità di concretizzare azioni comuni contro lo strapotere delle Compagnie. Pensiamo a campagne pubblicitarie per informare l’automobilista sui suoi diritti, e a strategie di marketing per la fidelizzazione dei clienti. Su questi temi organizziamo incontri, riunioni, dibattiti. Su questi temi facciamo e diffondiamo informazione.
Sono queste le cose che catalizzano l’attenzione e sono queste le azioni che interessano a noi giovani. Il resto è aria fritta, che arriva da una mentalità vecchia e da una vecchia politica, sostenuta spesso da vecchie facce, che a mio parere non solo non riescono a contrastare le Compagnie ma non riescono neanche a sedersi a un tavolo con loro perché la controparte sa benissimo che sono dei generali di un esercito che si rivolge alle loro strutture ormai solo per usufruire dei servizi contabili o gestionali a buon mercato, non certo perché crede nella loro rappresentanza politica.
Eccolo, il problema. La politica è sempre più lontana dal territorio, e tanto più se ne allontana quanto più il territorio è disgregato, disorientato e menefreghista.
Quindi la vita associativa è finita?
Penso che non sia finita, ma è cambiata. Quando penso alla vita sociale e aggregativa mi viene spontaneo pensare alla mia associazione, ACPC Associazione Carrozzieri della Sardegna, costituita nel 1979, di cui sono il neo presidente, penso al Consorzio Carrozzerie di Brescia, al Consorzio carrozzerie artigiane di Firenze, al consorzio CUNA, alla Rete Amica Carrozzeria della Valle d’Aosta, penso a tutte quelle realtà locali impossibili da elencare che credono ancora nell’associazionismo e che ci mettono passione ed entusiasmo, sacrificando parte del proprio tempo per cambiare la situazione di stallo che si è creata.
A mio giudizio è da queste realtà che si dovrebbe ripartire, senza interessi e senza doppi fini.
Le Confederazioni dovrebbero abbracciare i vari consorzi e associazioni, non snobbarle, contrastarle, cercare di controllarle o sminuirle dicendo che la rappresentanza politica appartiene a loro. Dovrebbero ringiovanirsi e mandare i loro presidenti a rappresentare la categoria dei pensionati, molto più consona alla loro età. Abbiano i presidenti il coraggio di farsi da parte e di imitare esempi come quello sardo, nell’intento di creare qualcosa di nuovo per ripartire e per interrompere la disgregazione che affligge la categoria…fatevi da parte, il tempo dei tempari è finito.
Ora tocca a noi!
Ciao Riccardo sono Pietro della BdV(Marche),
sarò sintetico;hai illustrato in maniera perfetta quello che sta succedendo.
Svegliamoci e cerchiamo UNITARIAMENTE di difendere i nostri diritti e la nostra
professionalità, a questa gente servono solo i numeri , a noi i fatti.
Mai slogan è stato più azzeccato -ORA TOCCA A NOI-
A presto.
BdV
Sono contenta che ci sia chi nelle associazione ci crede ma pensa anche che debbano cambiare se vogliono essere credibili.
Purtroppo io sono a Brescia una zona dove le associazioni non sono molto presenti si sono creati dei Consorzi (valcamonica- carrozzieri bresciani),ma invece di interagire con loro prendono le distanze Perchè per una volta invece di un convegno dove si parla, non si fà una tavola dove si ascolta ? Purtroppo fino ad oggi si è parlato tanto ma di fatti non nè abbiamo visti pochi, è inutile che predichiamo contro il potere delle assicurazioni quando i principali vertici delle confederazioni hanno le convenzioni. Non pensate che se nessuno avesse queste convenzioni al ribasso anche le assicurazioni avrebbero meno potere su di Noi ? ( A meno chè per loro non c’è ribasso)Forse la mia risposta è troppo polemica ma in questi anni ho visto che se non pizzichi nessuno si sveglia.
BUONGIORNO
IO HO COMBATTUTO CONTRO IL TEMPARIO DAL PRIMO MOMENTO,IN QUANTO LO VEDEVO COME UNO STRUMENTO CHE AVREBBE PERMESSO ALLE ASS, DI FREGARCI,COME PUNTUALMENTE AVVENUTO.MI AVEVANO RISPOSTO ALLORA CHE ERA UNA BASE INDICATIVA PER AVERE UNA STIMA DEI DANNI ,MA I PERITI AVREBBERO DOVUTO PRENDERE IN CONSIDERAZIONE I VARI ASPETTI DEL DANNO GLI ALLESTIMENTI ECC ECC.
TUTTO E’ STATO APPIATTITO,OVVIAMENTE AL MINIMO,E I PERITI NON SONO PIU’ IN GRADO DI FARE UNA PERIZIA SENZA IL PROGRAMMA.
PECCATO CHE IL TEMPARIO E’ NATO A GENOVA DA UN “CARROZZIERE” E NE HA FATTO DUE VERSIONI UNA PER I CARROZZIERI E UNA PER I PERITI, DOMANDA IL DANNO CAMBIA SECONDO CHI LO VEDE?
iO AVEVO ANCHE PROPOSTO UN PREZZIARIO DI BASE PER LE LAVORAZIONI PIU’ SEMPLICI DI MODO DA AVERE UN CARTELLO IN OFFICINA SOSTENUTO DALLE VARIE ASSOCIAZIONI. COMUNQUE I DANNI IMPORTANTI SE NON VENGONO CALCOLATI A CONSUNTIVO,CI SI RIMETTE SEMPRE hA RAGIONE RICCARDO SE NON CAMBIAMO NOI GLI ALTRI FANNO I LORO INTERESSI.
Cara Severina, mi spiace che dici così anche io sono a brescia, e ti dico che alla mia Ass. Artigiani si fanno molti corsi e formazioni, sul credito e marketing e altre cose di interesse generale, forse tu x scelta non sei in una associazione , X libera a scelta x carità, va bene criticare se è costruttivo x tutti, ma io non concordo la generalizzazione, grazie x questo spazio
Salve a tutti saro’ breve: Bravo il collega di Cagliari io sono dalla tua parte quanti sono capaci di esserlo? se raggiungiamo un numero positivo si puo fare qualcosa oppure niente saluti a tutti e Buon Lavoro
I romani dicevano:Dividi et impera ed è quello che stà accadendo ormai da anni.Le compagnie frammentano e comandano.Io sostengo che per controbattere lo strapotere delle Assicurazioni ci si dede consoziare tra carrozzieri,creare struttute piu grandi con abattimento dei costi di affitto,di impigati,di materiali…..e altro.
Non possono esistere in una città come la mia 20 o piu carrozzerie ma dovranno esser al max 1-2 :Solo cosi si potranno imporre tempi e costi adeguati e non ricatti di fidelizzazione.E’ ora di cambiare.
Mi sembra che nell’intervento si sia dimenticato la fase più cattiva!!è ora che la categoria si svegli dal masochismo che ci ha investito, tutti capaci a parole ma a fatti tutti bravi a calar le braghe!!!crisi è crisi ma le campagne pubblicitarie più coinvolgenti sono quelle assicurative che obbligano il cliente per uno sconto del 10% alla riparazione autorizzata!!!!!
Le iene e gli altri programmi da me sollecitati per un intervento costruttivo neanche hanno avuto la briga di rispondere, e intanto si legge della delibera dell’aumento della rca!!!!!!
Il discorso è che a diversità di assocciazzioni di categoria come per i notai e gli avvocati che hanno prefissati dei max e min imposti la nostra categoria si è fatta liquidare l’assocciazzione ANIA in due minuti dalle paroline “concordiamoci insieme che guadagnerete di più” prendendo così a distanza di due anni una tranvata!!!!!
cristallo auto
ragionamento del collega franco vecchio da rottamazione.
Se c’è volontà di costruire un organismo ,o un modo diverso di associarsi e rappresentarsi, o se si vuole modificare profondamente l’esistente, mandando a casa il museo delle cere, ormai più o meno compromesso,io sono disponibile; se c’è la volontà vera di contrastare in qualche modo lo strapotere degli ormai “unici” nostri datori di lavoro con iniziative reali,chiare e visibili cominciando a smuovere e interessare i media , grazie ad iniziative legali ma plateali, se si vuole informare adeguatamente il nostro cliente così da impedire che gli vengano vendute polizze capestro a sua insaputa, io sono pronto. Vogliamo fare qualcosa o continuiamo ancora con le nostre masturbazioni letterarie che, pur se interessanti, continuano a rimanere lettera morta?
Ma io sono sempre più dell’opinione che non ci sono solo compagnie assicurative a mettere i paletti tra le ruote. L’intera ctegoria deve cambiare mentalità ed essere razionale chiedendo 40 a tutti ( privati, assicurazioni, flotte concessionarie, ecc…)per chi chiede questa tariffa oraria o 35 a tutti per chi chiede quest’altra, ecc…. Quanti di voi lo fanno?
“Ma se non abbasso la tariffa questa concessionaria mia cliente va da un altra parte!” Ma se tutti chiediamo questa tariffa la concessionaria non va da nessuna parte!!!!… E’ sempre il solito discorso da più di 20 anni, cioè da quando è cominciato il declino della mansione del carrozziere, è un argomento così vecchio ma così attuale…
Il discorso fatto nell’articolo mi fà pensare che se le associazioni che mi rappresentano non sono incisive sul mercato e sulla testa dei carrozieri, è meglio che spariscano e che si creino delle nuove. O perlomeno che si cambino i princpali responsabili.
Voglio finire dicendo che il nostro destino ce lo creiamo da soli, non serve che venga nessuno in casa nostra a dirci ed a imporci come fare, ma serve che lo faccia sia colui che lavora da solo in uno scantinato e che non è associato a nessuno, sia chi ha 10 dipendenti da mantenere. Altrimenti così non si va da nessuna parte.
I commenti sono tutti condivisibili, il mio rammarico e’ che non si riesce a creare un gruppo unico tra tutte le confederazioni o gruppi.
Come Rete Tutela di Genova abbiamo partecipato a qualche convegno, ci siamo conosciuti con gli altri gruppi e, credo, che se vogliamo fare qualcosa dobbiamo cominciare dalle piccole cose e metterle in pratica tutti insieme indipendentemente dalla regione.
Per esempio,anche se e’ una banalita’, fare sempre piu’ spesso la richiesta danni alla controparte con cessione del credito, creare un regolamento uguale per tutti; la trasparenza,professionalità, serietà, garanzia scritta sui lavori eseguiti, tutti elementi che ci possono dare,per prima cosa, credibilità.
Queste sono piccole cose da poter fare tanto per iniziare.
Al convegno di Bologna del 25/06 hanno proposto una cosa intelligente, censire tutte le carrozzerie”indipendenti”, vedere quanti siamo, magari cercando di attirarne altre tipo”cani sciolti”; sarebbe un inizio di un qualcosa da fare insieme.
Scambiamoci gli indirizzi mail,scriviamoci, conosciamoci,inizialmente virtualmente,scambiamoci le informazioni,i “modus operandi”.
Quindi,come detto sopra, ORA BASTA !,svegliamoci, ma facciamolo.
Buon lavoro a tutti.
Staff@retetutela.ge.it
x cristallo auto…
ognuno rimane e rimarrà della propria oppinione ed ognuno però continua a fare ciò che meglio crede…ognuno applica le tariffe che crede e ci sarà sempre chi cale le braghe per soffiarti il lavoro…. e chi afferma che non è vero dice solo cazzate!!!!
Dimostratemi il contrario!!!
Dire di voler far ciò che si vuole è pura utopia.Resto dell’idea che solo dando una contraposizione forse si riesce a contrastare lo strapotere delle compagnie…il resto son balle.
Buon giorno a tutti sono Pino Pace titolare della carrozzeria Torino a Genova e presidente della Categoria Carrozzieri di Confartigianato Liguria, sono d’accordo in parte con questo malumore che c’è nei confronti delle associazioni di categoria Confartig.. CNA.. ecc… Ma alla fine chi può realmente raprersentarci sono loro ma dobbiamo fare pressione sulle associazioni trasmettergli i nostri reali problemi quelli che incontriamo tutti i giorni in carrozzeria, spesso le confederazioni sono state rappresentate da persone che poco sapevano o sanno dei reali problemi quotidiani che dobbiamo affrontare nelle nostre aziende e così ci troviamo a farci rappresentare da chi pensa che il problema principale sia il tempario! Ma in realtà i problemi sono altri (non che che il tempario vada trascurato).Sono passati ormai quattro anni dall’entrata in vigore della nuova legge che ha modificato il sistema del risarcimento, introducendo l’indennizzo diretto e quello in forma specifica, e si possono già vedere alcuni risultati che questo cambiamento ha prodotto.
Il Cliente è meno legato a noi, le compagnie hanno fatto passare il messaggio, che quando l’automobilista ha un’incidente si deve rivolgere alla sua assicurazione, di conseguenza sempre più spesso il danneggiato ha il primo contatto con la propria agenzia, la quale poi lo gestisce indirizzandolo verso le oramai famose carrozzerie convenzionate, in questo modo stiamo perdendo una notevole fetta di mercato.
Le assicurazioni si stanno muovendo verso la completa fidelizzazione del Cliente, proponendo contratti che obbligano l’automobilista a effettuare la riparazione presso una carrozzeria convenzionata.
Anche le case costruttrici stanno inflazionando il mercato dell’autoriparazione, vendendo assieme alle auto nuove, contratti per le garanzie ARD veicolando i clienti.
E’ chiaro a tutti quali sono le condizioni restrittive in termini economici e non solo dei contratti convenzione che le compagnie propongono alle carrozzerie che vogliono aderire.
Si fa sempre più pressante il sistema delle fiduciarie. Purtroppo il futuro probabilmente sarà questo e non possiamo farci trovare impreparati, l’unica via di uscita è fare gruppo, consorziarsi, per avere un potere contrattuale maggiore e poterci confrontare con le compagnie da imprenditori preparati che si adeguano ai cambiamenti del mercato.
Gli artigiani Carrozzieri è risaputo sono un’eccellenza a livello mondiale, ma rischiano di veder compromesso questo loro primato a causa di questo meccanismo legislativo da più parti considerato anticostituzinale, che penalizza soprattutto l’automobilista danneggiato, che pur pagando le polizze più care d’Europa ottiene una riparazione di pessima qualità dovuta al sistema delle carrozzerie fiduciarie.
Bisogna cambiare, oggi la differenza la fa la capacità di mettersi in discussione e programmare la nostra crescita attraverso la formazione continua, il controllo della qualità dei servizi che offriamo, la gestione delle informazioni per essere competitivi e dare un futuro alle nostre aziende.
la customer relationship (relazione con i Clienti), fino ad oggi utilizzata, seppur valida, diventerà oltremodo difficile.
La centralità del Cliente durante tutto il processo di realizzazione del servizio permette di raccogliere e usare informazioni precise per costruire e sviluppare, la customer loyality (fidelizzazione del Cliente), mantenendo nel tempo una relazione di fiducia, personalizzata e di valore reciproco, restando pur tuttavia subordinate alle politiche commerciali perseguite da A.N.I.A.
Comprendere il ruolo di internet e della information tecnology nella trasformazione delle modalità di fare business da parte delle aziende da noi rappresentate può essere determinante.
Propongo inoltre a tutti i giovani volenterosi di avvicinarsi alle confederazioni per essere protagonisti insieme a loro delle nostre battaglie, io ho 48 anni faccio il carrozziere da quando ne avevo 13 sono orgoglioso del mio lavoro di artigiano che ho sempre fatto con passione anche se ho capito che dobbiamo essere più imprenditori per poter salvaguardare questo patrimonio che ci hanno lasciato i nostri Padri e che ci viene riconosciuto nel mondo.
Concludo infine con un’esortazione a essere più uniti più disponibili al dialogo magari utilizzando le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione che ci possono rendere più vicini di quanto possiamo immaginare.
Buona giornata e buon lavoro cari colleghi.
FABRIZIO non solo le associazioni credono di convincerci che sono dalla nostra parte ,ma ora addirittura anche le nostre testate di rifermento(vedi car carrozzeria e professione carrozziere) che come se niente fosse successo a Bologna ; riporta la notizia come ultima o addirittura nelle notizie Flash . Era secondo voi un evento da far passare senza darne un forte risalto giornalistico ? avranno messo in conto che di queste riviste non sappiamo di che cosa farcene se non riportano le cose nella giusta dimensione dato che , a pagare gli abbonamenti siamo noi. Forse dovremmo incominciare a selezionare i notri (AMICI)evitando anche spese inutili che di questi momenti non fanno male.O CON NOI O CONTRO DI NOI. frasi fatte !!!!!!!!!! ma portavano lontano GRAZIE.
quoto quanto detto dal collega :
” .Purtroppo il futuro probabilmente sarà questo e non possiamo farci trovare impreparati, l’unica via di uscita è fare gruppo, consorziarsi, per avere un potere contrattuale maggiore e poterci confrontare con le compagnie da imprenditori preparati che si adeguano ai cambiamenti del mercato.”
non vedo altre alternative allo strapotere delle compagnie.In merito alle case costruttrici li c’è molto da discutere ,Le concessionarie non hanno strutture tempi e metodi che ci possano impensierire,non saranno mai competitive.Lo dimostrano tutte le carrozzerie aperte e poi chiuse nell’arco di 40 almeno nella nostra area Nord est!
Salve da Cagliarii Cari colleghi artigiani ancora non vi rendete conto che i grandi gruppi assicuativii sempre STATALI ,vogliono diminuire il numerodelle autocarrozzerie Licenziate i Vostri dipedenti per protesta forse così nostri po0tici di turno SI RENDERRANNO CONTO DELLA NOSTRA SITUAZIONE . Auguri
Ma è ovvio che c’è l’intento da parte della classe politica in accordo con case automobilistiche e compagnie assicurative di ridurre le autocarrozzerie. Ricordiamoci che alla fine i padroni di une e delle altre(case madri e compagnie) sono sempre gli stessi. Vogliono arrivare al controllo del mercato sfruttando l’abbassamento dei costi degli autoriparatori che accettano di convenzionarsi con le stesse compagnie.
E’ per questo che chiedo nel commento precedente di livellare i costi verso l’alto con tutti i clienti ed evitare compromessi, perchè a lungo andare finirà che si muore!
Ma si morirà comunque se tutti firmeremo le convenzioni, perchè continuerà qualcuno a lavorare di più degli altri con profitti inferiori di quando era indipendente …
Ricordiamoci che quando ci sarà il bisogno di aumentare i tariffari dal momento in cui avremo firmato, non potremo più chiederlo alla associazione degli artigiani, ma dovremo chiederlo alle compagnie, e qui voglio proprio vedere ….
Cari colleghi è evidente che ,con le vetture dotate di ABS,sensori di parcheggio,sensori di pedoni,sensori di segnali di limite di velocità, sperare che l’incidentalità media rimanga la stessa di qualche anno fa è impensabile. così come è impensabile che il numero delle carrozzerie in un futuro, che comincia oggi, non diminuisca. Diventeremo speculari alla Francia , alla Germania e ai Paesi Bassi .quindi non ci sarà più posto per almeno 6/7mila di noi. Siamo compressi dal mercato ,dai nuovi competitors assicurativi(che vogliono impadronirsi della riparazione) e dai concessionari ricattati dalle case costruttrici (o ti fai la carrozzeria o non avrai bonus a fine anno e non riuscirai a fare utile e a prendere il controllo totale del cliente); è un momento in cui tutti improvvisamente si affacciano e tentano di entrare nel nostro “giardino” per fare business. E’ più che evidente che se fossimo stati più “sindacalizzati” e meno campanilisti nessuno avrebbe potuto nemmeno pensare ad una simile eventualità ma ,ad oggi, la situazione è esattamente questa e la medicina può sembrare amara ma è sempre la stessa: uniti si vince e sparpagliati si agonizza solo un pò più a lungo degli altri, ma non si fa business!
ciao tutte belle parole,il potere delle assicurazione lo dobbiamo a certi colleghi che non anno
avuto rispetto dei colleghi,per avere i pripri interessi, corropendo e pagando mazzette,le associazione della nostra categori e accorente, e non a potere per intervenire,che si sveglia e comincia a fare delle publicita in tutti i canali possibile per informare il cittadino dei propri diritti,
tanto noi paghiamo fior di quattrini ( upa) di padova, i corsi di aggionementi come dice un collega,
sono bufale parole che non portano benessere al lavoro che facciamo,facciamo pressione alle
nostre associazione per ottenere , quello che ci anno tolto,e denunciamo o nostri colleghi che ottengono i lavori pagando mazzette forza carrozzieri D’italia
Sono d’accordo con tutti pero’ ogni luogo ha le sue specificita’.
Ad esempio qui a Brescia ci sono 2 carrozzieri grossi che si sono convenzionati con tutti,hanno appigli dappertutto e con i noleggi hanno calato le braghe in maniera spaventosa.
Possiamo decidere di non convenzionarci con nessuno ma i clienti cittadini,molto ben istruiti da assicurazioni e concessionari,finiranno tutti li’.
L’unica alternativa che ho avuto e’stata fare convenzioni poco punitive evitando situazioni tipo fonsai ed essere aggressivo con i clienti delle altre assicurazioni visto che dispongo anche di autofficina e riesco a mantenere cmq un rapporto con i miei clienti.
Ecco forse la soluzione e’ di avere un autofficina che ci permette di vedere i clienti almeno una volta l’anno visto che l’incidentalita’ e’ calata moltissimo
Rispondo a Baby blu forse non sono stata abbastanza chiara ,sono con te nel dire che le associazioni sono le prime a fare corsi ecc.ecc. (sono iscritta anch’io ad una associazione) ma la mia polemica è sul fatto di prendere una posizione nei riguardi dlle compagnie ,concessionarie che vendono polizze vincolanti le quali hanno il potere di fare il bello e il brutto tempo senza che nessuno vada a contrastarle ,
Per Stefano
A Brescia sono 2 le carrozzerie grosse convenzionate con chiunque gli proponga un contratto, Noi non dobbiamo seguire il loro esempio purtroppo per loro devono farne tre per ottenere lo stesso guadagno di chi ne fa una non convenzionata con il risultato a scapito della qualità e ricorrendo ad imbrogli vari.Lascia lavorare loro sotto costo e tu fai riconoscere la tua professionalità , (presto e bene non convive o è presto o e bene).
Rispondo volentieri a Severina sei stata molto chiara , centrando in pieno il vero problema. PER STEFANO a Catanzaro le carrozzerie fiduciarie sono il 70% ED IO NON LO SARO’ MAI. MAI .MAI.
Perdonatemi Giovanni di catanzaro
Dopo 30 anni di attivita’ e decine edecine di riunioni e convegni, gli argomenti sono sempre gli stessi, mi sa’ che ci sia qualcuno che ci campi su questi problemi, un po’ come la spazatura a Napoli. Sono arrivato al capo linea e ad una conclusione: ognuno per i fatti suoi, il mercato sara’ arbitro e vinca il migliore.
Amedeo Mariani provincia di Bergamo
ORA TOCCA A NOI come slogan interessante io avevo proposto “SIAMO TUTTI FIDUCIARI”è perchè no? premetto che sono fiduciario da parecchi anni di un paio di compagnie pur avendo un a piccola carrozzeria feci questa scelta a suo tempo confortato dall’idea di fare un grosso favore ai clienti evitando loro l’esborso per il saldo della fattura ,l’indennizo diretto è il nocciolo della questione ogni persona coinvolta in un sinistro,senza responsablita dira sempre io ho ragione,io non voglio usare il mio denaro,in questo momento …non posso propio,questo incidente non ci voleva pero ho RAGIONE,che paghi l’assicurazione o la mia o l’altra,anzi mi diano anche l’auto sostitutiva…..ecc. ecc. la canzone la conosciamo tutti.
OVVIAMENTE SONO DELL’IDEA CHE IL CLIENTE DOVVREBBE SCEGLIERE LIBERAMENTE DOVE FAR RIPARAE IL PROPIO MEZZO.
venendo al dunque….ORA TOCCA A NOI…. tocca a noi fare cosa? unirci? è una vita che ci proviamo,va benissimo,ma anche tutti uniti in una sola famiglia come fratelli,cosa dovremmo fare? tutti insieme economicamente ma credo pure politicamente siamo come un nanetto di fronte a un gigante allora cosa fare ? quale idea geniale potremmo trovare per fare breccia in questa fortezza delle compagnie multinazzionali? raccogliamo le firme?facciamo un referendum?(forse l’ho detta grossa)individuiamo la compagnia piu corretta e di colpo spostiamo le nostre polizze dalla compagnia eticamente piu corretta?organizziamo un corteo a livello nazionale?uno sciopero?andiamo a protestare dai colleghi che hanno firmato contratti capestro?quale altre forme di protesta per aver giustizia? abbiamo bisogno di un leader che ci guidi? forse …..bastera solo un idea,un idea geniale che sicuramente arrivera,per ora proponiamo uno slogan,da appendere nelle nostre officine,poi lo scriveremo sui muri dei palazzi delle compagnie
coraggio amici colleghi ….pensate a uno slogan ciao a tutti e buon lavoro
Cari colleghi sono titolare di una piccola carrozzeria della provincia di rovigo (3 addetti)trasferitami da mio padre circa 9 anni fa.Voglio raccontarvi la mia esperienza fatta per unirci.Nel 2005 venne costutuito un consorzio provinciale con l’aiuto delle 2 piu’ importanti associazioni di categoria a cui avevamo aderito in 16 carrozzerie su 90 all’epoca presenti sul territorio del polesine e lo scopo era appunto di non aderire singolarmente ad accordi di fiduciariato con le compagnie ma chiedere il consenso del consorzio.Lo smacco e’ stato proprio quando dopo circa tre anni sono venuto a scoprire dal sito di una nota compagnia che proprio il presidente si era fatto fiduciario senza avvisare nessuno facendo i propri interessi.Come potete immaginare alla fine il consorzio si e’ sciolto ad inizio di questo anno.Ora l’unica carrozzeria che sta lavorando a pieno ritmo e’ quella che quando noi combattevamo appoggiati dal legale per portare a casa tariffe di manodopera giuste,auto sostitutiva e altro che i fiduciari regalano ha stipulato accordi con tutte le compagnie.Mi associo con molti colleghi che le auto sono piu’ sicure avendo dispositivi che un tempo non esistevano quindi i sinistri sono diminuiti ed e’ una cosa logica che devono diminuire anche le carrozzerie.Buon lavoro a tutti.
Salve desidero rispondere prettamente a due miei colleghi uno e il Presidente di Confartigianato Categoria Carrozzerie Liguria e il secondo e il signor Nico che ha raccontato quello che ha dovuto subire anche lui propio dal suo Presidente. Mi chiamo Onofrio Catalano sono Presidente Regionale Autoriparatori CNA CAMPANIA. Dunque i Presidenti e Segretari delle quattro categorie Sindacale più rappresentative CNA CONFARTIGIANATO CLAI e CASARTIGIANI DELLA CAMPANIA hanno lavorato per circa cinque anni per tutte e cinque le Province Campane a un progetto per la certificazione e la registrazione delle tariffe di manodopera presso le Camere di Commercio per la categoria dei Carrozzieri e in più abbiamo anche costituito un (COORDINAMENTO REGIONANE CARROZZERIE CAMPANIA) PROPIO PER ANDARE TUTTI INSIEME A TRATTARE CON CHIUNQUE LE NOSTRE TARIFFE DI MANODOPERA ADEGUATE ED ONESTE E NON ESSERE TRATTATI SEMPRE DA TUTTI COME PEZZENTONI. Carissimi colleghi questo lo dico sempre, noi siamo più importanti dei DOTTORI in quando un medico se sbaglia diagnosi ammazza una sola persona se sbagliamo noi a riparare una vettura sicuramente ne possiamo ammazzare più di cinque. Dunque ritorniamo sull’argomento attuale appena finito il lavoro e stavamo incominciando a certificare le carrozzerie di tutte e quattro le categorie sindacale il Presidente e il Segretario di una confederazione del (COORDINAMENTO REGIONALE CARROZZERIE CAMPANIA) hanno costituito un consorzio loro e sono andati a trattare all’insaputa di tutti noi con Auto Presto e Bene con clausola specifica che solo carrozzerie affiliate al loro consorzio potevano stipulare convenzione detto questo vi posso assicurare che nessun mio collega e tantomeno il sottoscritto volevamo lavorare per Auto Presto e Bene. Questo e quello che è successo qui da noi allora mi domando perchè c’è la prendiamo sempre con le assicurazioni le flotte e con tutti, la verità è che la colpa e esclusivamente nostra è basta, alla prossima puntata se volete vi dico anche il nome di questi due signori e delo loro consorzio ma forse penso che non c’è ne sia bisogno in quando già li conoscete (SONO PERSONAGGI NOTI E FAMOSI) Invio i miei più cordiali saluti a tutti quei colleghi onesti e perbeni e l’invito a non avvilirsi e battersi sempre e continuare così per la loro strada Onofrio Catalano
Grazie Severina per la tua risposta,io purtroppo ho la mia carrozzeria vicina a una delle due celeberrime,inoltre nell’arco di un km ci sono ben 11 carrozzerie.Riguardo a densita’ credo siamo i primi in Italia.Ho una carrozzeria che ha quasi 50 anni e ha sempre puntato sulla soddisfazione del cliente ed il passaparola,mio padre non ha mai accettato di diventare fiduciario di case automobilistiche perche’ diceva di non aver intenzione di pagare mance a nessuno
Purtroppo le compagnie e le case automobilistiche hanno ribaltato il concetto di valore del bene auto.Fino al 2000 era un bene durevole che doveva essere tenuto in ottime condizioni(si diceva per non fare la figura degli zingari) ora un bene usa e getta che chiunque puo’ riparare e da cambiare dopo pochi anni.Non credo che avremmo potuto fare molto per cambiare le cose,
In provincia di Brescia ci sono oltre 500 carrozzieri,alcune concessionarie hanno aperto la loro e adesso arrivano pure i centri fast repair.Penso che in pochi anni noi indipendenti ci dimezzeremo,fino ad allora credo sia fondamentale sopravvivere,ognuno deve trovare la usa via ed in un piatto sempre piu’ piccolo qualcuno morira’ di fame.Cmq hai ragione navigano male anche i superconvenzionati e sono convinto che se saltassero gli altri camperebbero molto meglio
BUONGIORNO
IL MONDO DELL’ARTIGIANATO E’ VASTO E VARIEGATO,MA SOLO IL MONDO DEI CARROZZIERI E’ COSI’ INCASINATO!CHISSA’ PERCHE’!
VEDO CHE TUTTA L’ITALIA HA PIU’ O MENO GLI STESSI PROBLEMI,E PER UNA VOLTA ANCORA E’DA GENOVA CHE NEL 1968 E’PARTITA LA PRIMA (COME IL BALILLA) PIETRA CONTRO IL POTERE ASSICURATIVO.MOLTO E’ STATO FATTO E CERTAMENTE SI POTEVA FARE ANCHE DI PIU’MA VISTO LA SITUAZIONE ATTUALE MI DISPIACE DI NON ESSERMI IMPEGNATO DI PIU’! ORMAI NON VEDO SALVEZZA SE NON TROVIAMO DEI GRANDI LEADEER
CHE ABBIANO IL CORAGGIO DI DIRE QUELLO CHE DEVE ESSERE DETTO E A CHI DEVE ESSERE DETTO,METTERE IN ATTO QUELLO CHE SERVE ALLA CATEGORIA,MA DEVONO SAPERE QUELLO CHE SERVE ALLA CATEGORIA,E QUI SIAMO NOI CHE LO DOBBIAMO DIRE
UN REFERENDUM? IL NOSTRO LAVORO E’ UN OSSO CON TROPPI CANI INTORNO VEDIAMO DI ALLONTANARLI E TENERCI L’OSSO!
I PROBLEMI PRINCIPALI:
FARSI PAGARE IL LAVORO PER IL GIUSTO VALORE
RICORDARSI CHE LE FATTURE SONO UN DOCUMENTO E NON UNA BERZELETTA
PAGARE GLI OPERAI E NON STRAPAGARLI
CERCARE DI FARE UNA POLITICA DELL’APPRENDISTA E FARE CAPIRE AL LEGISLATORE CHE NON SI PUO’ PAGARLO DI PIU’ CHE UN OPERAIO
DENUNCIARE IL CARO RICAMBI
ECC ECC
QUALCUNO RICORDA NEL 1992 SONO STATE LE ASSOCIAZIONE A SVENDERCI?
PS
COSA SUCCEDE ALLA PeB
X il collega Franco
non serve combattere le compagnie d’assicurazione o il loro strapotere basta difendere il nostro settore in modo combattivo monetariamente comprano tutto e tutti anche il governo ormai sono come la mafia cinese vuol dire fare la fine di combattere contro i mulini a vento io ho combattuto e combatto ancora ma alla fine i pazzi siamo noi e quei carrozzieri senza onore fanno di tutto per prendere i tuoi clienti e magari regalano anche qualche viaggio di piacere al perito d’assicurazione pur di ottenere lavoro andate a vedere nelle compagnie quante carrozzerie sono iscritte ma che non hanno mai lavorato con le compagnie e poi non hanno ne le strutture ne le attrezzature adatte risultato zero spese solo incasso e forse anche a nero ci hanno accusato del buco all’ozono ci hanno dato dei ladri e ancora parliamo !!!!!!!!!!! se si deve portare avanti un discorso serio quando il cliente viene ci deve pagare e basta andassero a farsi fare la macchina dalle compagnie poi vedi se collassano i fiduciari con una campagna pubblicitaria dei danni che fanno le loro fiduciarie perchè non rientrano con i costi e imbrogliano il lavoro.
Tanti Saluti e buon lavoro a tutti
Sveglia cari colleghi, sveglia! Sono in contatto con degli austriaci e mi dicono che da loro le autocarrozzerie, che sono come le nostre come dimensione, lavorano a 60- 65 euro all’ora e sono anche fiduciarie con diverse compagnie. Negli ultimi 20 anni hanno avuto un’ evoluzione con adeguamenti tecnologici spaventosi e stanno al passo con i tempi inserendo continuamente impianti sempre più moderni.
E qui in Italia continuo a ripetere che c’è sempre chi lavora ad un terzo di queste tariffe per paura di rimanere senza lavoro. Anche costoro rimarranno prima o poi senza lavoro perchè creano un mercato al ribasso e finiranno per trovare quello più disgraziato di loro che chiederà ancora di meno.
Chiedo ai fiduciari del sottocosto (anche se so che sono pochi quelli che si fanno sentire su questo campo) di tirare fuori il proprio orgoglio se ci tengono a questo mestiere e di mandare al diavolo tutti coloro che vengono a chiedere sconti compresi i privati, mi pare che sia giunta l’ora di dare una svolta a questa stupida ideologia…
Pert poter avere un riconoscimento di 60-65 euro all’ora le carrozzerie in italia dovrebbero essere 1000 e non 14000. Per poter esser 1000 ed imporre un riconoscimento di 60-65 euro e non esser ricattate devono esser poche e potenti, altrimenti come dice qualcuno: che se le riparino loro le auto!.
Rimango dell’idea che soloo un consorziamento può ridurre il loro numero senza che alcune debbano chiudere per conseguenza.Già 15 anni fa era preventivato che da 28000 dovevano ridursi a 14000 per rimanerne 8000…mi sa che qualcuno aveva già ipotizzato il futuro dei carrozzieri.
Se io aggiusto 10 auto in una settimana a 22-24 euro all’ora e ne aggiusto 10 a 35-40 euro all’ora il guadagno cambia mi pare. Per il momento non è mio desiderio arrivare alle tariffe austriache, ma migliorarle si può, e dovrebbero farlo in tanti.
Ci si può pure consorziare ma gli incidenti rimangono gli stessi signor Franco. Ce ne sono state in passato di unioni di questo tipo ma hanno sempre creato scompiglio ed hanno sempre accontentato taluni e scontentato altri e comunque mi pare che non siano durate molti anni.
Ci sono sempre in Italia 50 milioni di veicoli circolanti di cui 36 milioni di autoveicoli, per cui 14000 carrozzerie alla fine sono un numero alto ma normale. La questione è che i mercati al ribasso in tutti i settori (commerciali, artigianali, industriali) portano sempre meno soldi nelle tasche degli italiani perchè creano una ristagnazione dell’economia fino a portare le aziende a non poter più andare avanti. In poche parole meno si spende per acquisti, riparazioni ecc.. meno girano soldi e più ci sarà l’agonia dello strascicare la palla incatenata sempre più pesante…