Un’attenta riflessione unita a una grande conoscenza nel settore della riparazione di veicoli incidentati, ha portato lo staff di una nota Carrozzeria di Varese all’elaborazione di questo documento.

Lo scritto deve fare riflettere tutti, fornitori, colleghi carrozzieri, ma soprattutto i nostri clienti che devono conoscere cosa si nasconde dietro una canalizzazione del sinistro oggi OBBLIGATA dal  DDL 3110 e in particolare l’articolo 29, che penalizza fortemente chi vuole recarsi presso il proprio carrozziere di fiducia.

Voglio condividere con tutti voi il contenuto, nella speranza che ” la strada ” sia comune per molte carrozzerie

“Gentili Partner,

visti gli ultimi accadimenti, vi vogliamo informare sulla strada che intendiamo perseguire

per contribuire a far emergere la situazione che stiamo vivendo direttamente.

 Si verifica che alcune tariffe vengono applicate sottocosto da imprese di autoriparazione nostre concorrenti, indotte da programmi di strategia aziendale apparentemente efficaci e dalle politiche di alcune compagnie assicurative.

Questo stato delle cose ha portato, non solo tra autoriparatori, ad un clima di concorrenza sleale e alla creazione di una cultura secondo cui la nostra azienda che applica prezzi calcolati sulle analisi oggettive e a fronte di ciò richiede una tariffa di manodopera equa e adeguata al valore reale dei costi viene “additata”, incontrando difficoltà a difendersi da sé e ad essere difesa anche legalmente con convinzione perché sembra solo egoista, mentre le tariffe di manodopera “convenzionate” che spesso si rivelano “sottocosto’ (cioè vendute ad un prezzo più basso del costo reale aziendale analizzabile a livello economico finanziario) e che di conseguenza viziano il mercato, vengono prese a riferimento, giudicate virtuose e danno l’apparenza di capacità

imprenditoriale. È ora di mettere a posto le cose e di dare a Cesare quel che è di Cesare. Ad ognunoil suo. Fuori i bilanci e le analisi e mostriamoli nei posti giusti.

La ragione della nostra missiva, dunque, è questa: prendere atto di un “fulmine arrivato

tutt’altro che a ciel sereno” per compiere delle azioni che facciano emergere comportamenti di

trasparenza e correttezza a tutti gli interlocutori portando a conoscenza dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, casi documentati con dovizia di particolari e di referenti.

Documentando facciamo prendere coscienza della realtà, non è efficace semplicemente annunciare

stando sul generico ma è necessario esibire documentazione delle situazioni subite. Vendere

“sottocosto” non può rivelarsi una prassi, è una pratica regolamentata dal legislatore che la permette saltuariamente ed al solo verificarsi di determinate condizioni di mercato, non certo a piacimento di ciascuna azienda. Men che meno può essere accettabile giustificarsi di subire politiche commerciali o altro per vendere sottocosto. Va da sé che quelle compagnie assicurative che non hanno una rete di carrozzerie “fiduciarie”, che lavorino per loro “sottocosto”, subiscono a loro volta concorrenza sleale dovendo assorbire i costi non riconosciuti ai riparatori dalle compagnie convenzionate loro concorrenti, costi che non possono di certo scomparire e di fatto vengono “spostati”. La matematica non è un’opinione e la velocità dell’informazione non è più subsonica. Il nuovo contesto, dunque, porta una riflessione: può la conciliazione, a portata di data, rivelarsi un vantaggio per argomentare più tempestivamente il valore dei costi, con documenti alla mano e rivelarsi un facilitatore dei processi?

Grazie e Buon Lavoro.