Di Stefano Mannacio

Pubblicato su Car Carrozzeria di Febbraio

Lo scorso 21 gennaio il Governo Monti ha varato una norma, contenuta nel “decreto liberalizzazioni”, che presenta un formulato secondo il quale il danneggiato può scegliere, se la compagnia lo consente, di riparare il proprio veicolo presso una carrozzeria convenzionata oppure di accettare un risarcimento monetario decurtato del 30%, non si sa bene rispetto a quale indicatore. Se la norma passerà le Compagnie potrebbero, approfittando di una crisi di panico, creare una grave distorsione nel mercato della riparazione. Come sottolineato da un parere dell’Antitrust e da un rapporto del Consiglio Economico e Sociale dell’Unione Europea, si favorirebbe un abuso di posizione dominante. Sarebbe stato invece sensato, sempre seguendo le indicazioni dell’Antitrust, rottamare la procedura di risarcimento diretto in toto (non solo per le lesioni) e far ritornare le Assicurazioni a liquidare i sinistri seguendo una tecnica di ispezione, accertamento e pagamento tramite il lavoro di professionisti qualificati e non a mezzo di anonimi call center lontani dal territorio.

Gli effetti economici della norma: la “oligopolizzazione” del mercato della riparazione

Il termine è difficile ma la comprensione semplice. Analizziamo brevemente i potenziali effetti di una norma così pasticciata con i fondamentali dell’economia classica:

FASE 1 – LE COMPAGNIE CERCANO FIDUCIARI

Le carrozzerie fiduciarie potrebbero pensare, in un primo momento riparare più danni mentre le compagnie cercano di ampliare le proprie reti.

FASE 2 – LE CARROZZERIE INDIPENDENTI CERCANO DI CONVENZIONARSI

Le carrozzerie indipendenti per incrementare il lavoro, o per emulazione di altri colleghi, chiederebbero, almeno in parte, di convenzionarsi.

FASE 3 – ECCESSO DI OFFERTA DI CARROZZERIE

Si verrebbe quindi a creare un surplus di offerta di carrozzerie disposte a fare delle convenzioni.

FASE 4  RIDUZIONE DEI MARGINI

Le compagnie reagiranno a tale eccesso di offerta rivedendo le convenzioni al ribasso.

FASE 5 EFFETTO OLIGOPOLIO

Le compagnie, che operano già in un regime di oligopolio conclamato, accentuano l’effetto precedente moltiplicando economie di scala nel mercato della riparazione, chiedendo agli operatori di aggregarsi o entrando loro stesse nel mercato della riparazione con un marchio proprio.

FASE 4 RIDUZIONE DEGLI OPERATORI

L’eccesso eccesso di offerta potrebbe portare alla chiusura o accorpamento di imprese accentuando un processo, comunque inevitabile, di aumento di scala minima aziendale.

Il provvedimento, in sintesi, potrebbe rivoluzionare il mercato della riparazione traslando margini delle imprese artigiane verso le compagnie senza alcuna garanzia di riduzione dei premi assicurativi.

 

L’operazione FONDIARIA SAI. Il capitalismo dirigista.

“La lobby delle lobby ha consumato in silenzio il suo nuovo colpaccio. Sto parlando ovviamente di Mediobanca e del trasferimento del controllo del gruppo FonSai a Unipol. Il rapporto incestuoso tra Mediobanca e Fondiaria è antico”. Così esordisce Luigi Zingales, economista liberale, professore dell’Università di Chicago, nel commentare in modo sprezzante l’operazione di fusione tra le due Compagnie. L’operazione porta il mercato della RC Auto in mano a tre Compagnie con Mediobanca che detiene un miliardo di euro di debito di Fondiaria Sai e, nel contempo, il 13% del pacchetto azionario di Generali La combinazione del decreto “liberalizzazioni” con questa operazione può creare effetti che si autoalimentano pericolosamente. Se la Consob, per la parte che riguarda l’abnorme intreccio proprietario e le partecipazioni incrociate, e l’Antitrust, per quel che concerne l’inusitato aumento del tasso di concentrazione del mercato assicurativo, non interverranno in modo deciso, sarà un disastro per i consumatori e una perdita di credibilità per le autorità di controllo. Una operazione che, con il pretesto di difendere l’italianità, rischia di creare un danno agli italiani.

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

Ex post la condanna del provvedimento. Prima di questo, però,  si registra un documento inviato alla Commissione Industria del Senato con il quale si sposavano sposavano due tesi presenti nei documenti dell’ANIA (procedibilità d’ufficio per il reato di frode alle assicurazioni e certificazione –non si sa come – delle testimonianze), non apparse, per fortuna, nel decreto liberalizzazioni.

I NUOVI PROTAGONISTI

I nuovi protagonisti e il nostro “rating” alla luce del decreto liberalizzazioni.

Mario Monti. Presidente del Consiglio. Ex stimato commissario Europeo. Noto per aver comminato una multa di 500 milioni di Euro a Microsoft per abuso di posizione dominante. Meno noto per essere membro di due “pensatoi” composti da protagonisti del capitalismo contemporaneo, da accademici e da politici.  Uno è il Bildelberg Group, presieduto da Henri de Castries, presidente e Amministratore delegato di AXA assicurazioni, e l’altro è la trilateral Commission che annota tra i membri Tommasio Cucchiani, fino a ieri amministratore delegato di Allianz e oggi successore del Ministro Passera in Intesa San Paolo. Premettiamo subito: questi sono solo fatti da cui non si può, né mai si potrà, dedurre la vulgata demagogica e pericolosa che in alcune testate ha posto il presidente del consiglio all’interno di “cupole” che governano i destini del mondo.

Giudizio: Una grande aspettativa per ora delusa dal decreto liberalizzazioni, almeno nel versante assicurazioni.

Aldo Minucci. Presiente dell’ANIA. E’ Vice Direttore Generale delle Assicurazioni Generali e Presidente di Genertel. Quando le Generali scendono in campo, le iniziative legislative di interesse delle assicurazioni di solito vanno in porto. Minucci potrebbe imporre al Governo il decreto sulle macropermanenti, che dimezza i risarcimenti per le lesioni gravi o gravissime.

Giudizio: Il “market maker” al potere, una controparte qualificata e influente.

Antonio Catricalà: Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ex presidente dell’Antitrust. Lo ricordiamo come sponsor della procedura di risarcimento diretto, per poi fare marcia indietro, come autore da una parte di un parere illuminante contro l’abuso di posizione dominante nel mercato della riparazione poi dall’altra come sostenitore del risarcimento in forma specifica.

Giudizio: Ha scelto la sua ultima versione, quella che distorce il mercato.

Corrado Passera: Ex Amministratore delegato di banca Intesa, ex McKinsey, ex advisor per l’operazione di vendita dell’Alitalia ai capitani coraggiosi. E’ il ministro cui compete la materia assicurativa e sarà interessante sapere a quale sottosegretario assegnerà la deleghe. Il suo silenzio sull’operazione Unipol Fonsai è comunque preoccupante.

Giudizio: Dovremo rimpiangere Romani e l’ottimo Stefano Saglia, il sottosegretario più sensibile alle ragioni del danneggiato che a quelle delle Compagnie degli ultimi dieci anni?  

Antonio Pitruzzella: Nuovo presidente antitrust. Professore Universitario, costituzionalista, avvocato. Inascoltata la sua audizione del 17 febbraio in Senato dove chiedeva l’esclusione dei danni alla persona dalla procedura di risarcimento diretto.

Giudizio: Aspettiamo il suo parere sul decreto liberalizzazioni e in merito all’operazione Unipol Fonsai.

Conclusione: Il mercato è sempre più complesso, i protagonisti cambiano ma i decisori esperti sono quasi sempre gli stessi. E’ ancor più necessaria l’introduzione di un nuovo concetto di rappresentanza in grado di verticalizzare con rapidità sulle istituzioni centrali le istanze del territorio e che valorizzi, soprattutto, l’indipendenza delle imprese artigiane, finalità, che, come abbiamo illustrato, è quella logicamente più adatta a garantire tutti.