di Fabio Bergamo
Tra le cause più subdole degli incidenti stradali, vi è il colpo di sonno che è una repentina perdita dello stato di veglia del conducente.
I dati statistici attestano dal 15 al 20% i sinistri causati da tale temporanea condizione fisiologica che ad incidente ormai avvenuto è difficilmente dimostrabile e solamente ipotizzabile (caso di morte del conducente).
Nel 2001 la Cassazione con una sentenza in sede penale, ha stabilito la “prevedibilità e non il caso fortuito” per gli incidenti causati da colpo di sonno, decretando così la responsabilità colposa del conducente che causa un sinistro mettendosi alla guida stanco e consapevole dunque di non essere in condizioni di guidare in totale sicurezza per quanto concerne la naturale condizione fisica (sonno da affaticamento).
Ecco il link per chi vuol conoscere nei dettagli la decisione della Cassazione: http://www.altalex.com/index.php?idnot=4092
Successive sentenze anche di pochi mesi fa, hanno confermato la decisione del 2001, gli articoli che ne parlano sono disponibili sul web.
ATTENZIONE! Una piccolissima parte di incidenti stradali che sembrano essere provocati dal colpo di sonno hanno come causa invece dei malori improvvisi del conducente di lieve entità con momentanea perdita di conoscenza per stress o cali della pressione arteriosa o perché dovuti a crisi epilettiche di breve durata in persone sane e di età avanzata che non hanno sofferto mai di tale patologia.
Il sonno e così il bisogno di riposo, è la risultante di due fattori: la capacità omeostatica ed il ritmo circadiano.
La capacità omeostatica è connessa alla stanchezza che si accumula man mano durante la giornata per le diverse attività che l’individuo può svolgere (ci si addormenta per stanchezza).
Il ritmo circadiano come orologio biologico interno, attiene alla regolazione dell’alternanza del ciclo sonno-veglia su base soggettiva in relazione anche alle abitudini individuali acquisite nel corso del tempo (pur dormendo pochissime ore, ci si sveglia sempre allo stesso orario).
In linea di massima la sonnolenza colpisce nelle fasce orarie che vanno dall’1 alle 6 antimeridiane e dalle 14 alla 17 pomeridiane chiaramente ogni individuo per la sua attività, la sua alimentazione, il suo stato di salute, la sua età e lo stile di vita, ecc…. avrà periodi di sonno in qualità e quantità specifiche.
Gli incidenti stradali sonno-correlati si verificano in concomitanza dei picchi di sonnolenza che si hanno tra le 2 di notte e le 6 del mattino e nel primo pomeriggio ossia tra le 14 e le 16.
Le persone più colpite sono i giovani che amano fare le ore piccole; chi lavora molto, durante la settimana o chi è soggetto a turnazione nella propria mansione o professione; quelli che hanno disturbi o patologie che incidono negativamente sul sonno; chi guida per molte ore o per lunghe distanze come gli autisti; esso si verifica maggiormente quando il guidatore si sposta da solo e non in compagnia, ecc…
Le cause che lo determinano possono essere: la stanchezza psico-fisica, l’aver dormito poco prima di mettersi in viaggio, il consumo di sostanze alcoliche, l’uso di farmaci come sedativi, antidolorifici, tranquillanti, l’uso di sostanze stupefacenti con effetti depressivi, una alimentazione pesante e ricca di grassi, i viaggi molto lunghi con tragitti monotoni specie di notte (guida monotona), il calore dell’abitacolo che può favorire l’assopimento, ecc…
I sintomi premonitori del colpo di sonno alla guida possono essere: sonnolenza, torpore, sbadigli frequenti, palpebre pesanti, bruciore agli occhi, distrazione, leggeri movimenti della testa con difficoltà nel tenerla sollevata, movimenti del busto per cercare una posizione più rilassante, difficoltà a focalizzare bene i particolari di ciò che si sta guardando, spostamenti inusuali e ingiustificati della traiettoria del veicolo.
Di fronte a questi segni conviene interrompere la marcia e riposare anche per una mezza oretta per poi riprendere il viaggio. Per le lunghe percorrenze è meglio fare pause di guida ogni due ore e sgranchirsi un po’ le gambe.
Per l’alto numero di incidenti causati appunto dal colpo di sonno alcune case automobilistiche stanno sperimentando dei sistemi definiti “anti-fatica” che con opportuni dispositivi elettronici e telecamere controllano la stanchezza del conducente e altri parametri come la traiettoria del veicolo, ecc… In Inghilterra i ricercatori della Nottingham Trent University, da poco tempo, sono allo studio dei “sedili antisonno” che, con diversi sensori inseriti nello schienale del sedile del guidatore, attivano un allarme quando il battito cardiaco del medesimo si abbassa. Tale dispositivo si completa con la correzione della traiettoria che porta il veicolo sulla corsia di emergenza, il freno motore elettronico che rallenta il veicolo e la chiamata automatica di soccorso.
Per quanto concerne il conseguimento ed il rinnovo della patente, la Comunità Europea ha stabilito una Direttiva relativa ad un test per tutti i conducenti, sulle apnee respiratorie notturne dovute all’OSAS (Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno) che compromettendo il riposo notturno favoriscono la sonnolenza alla guida con i rischi che ne conseguono (ANSA – 15 luglio 2014).
RICORDA! Sfidare il proprio organismo, cercando di vincere la stanchezza e la sonnolenza, significa mettere a rischio non solo la propria vita, ma quella dei passeggeri se presenti a bordo o quella degli altri utenti della strada.
Revisione della patente per chi soffre di apnee notturne
Una recente sentenza, destinata a fare testo, mira ad arginare il fenomeno dei colpi di sonno durante la guida, in particolare in presenza di determinate patologie. Il Tar del Lazio (Sez. III del 5 settembre del 2012), infatti, ha respinto il ricorso di un automobilista sorpreso dalla Polizia Stradale in autostrada mentre dormiva nell’auto, in sosta nella corsia di emergenza, con notevoli rischi per la sicurezza stradale. Agli agenti aveva giustificato il suo comportamento dichiarando di soffrire di apnee notturne. Proprio per questo motivo era stato obbligato alla revisione della patente e sottoporsi a una visita medica.
Sentenza storica. “La prospettiva di questa sentenza è davvero storica, innovativa e rivoluzionaria”, ha dichiarato il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus, ricordando che “il nostro ordinamento non contempera alcuna specifica azione per prevenire e accertare, come invece avviene per l’alcool e le droghe, le altrettanto pericolose conseguenze dei colpi di sonno al volante, anche di giorno, per chi è affetto da Osas (sigla con la quale si identifica la Sindrome delle apnee ostruttive in sonno, ndr)”. In base a questo pronunciamento del Tar d’ora in poi l’autorità avrà il diritto di disporre la revisione della patente e, in particolare, la verifica della sussistenza del requisiti psichici e fisici di chi guida e soffre di apnee notturne, la subdola sindrome alla base anche dei colpi di sonno al volante.
Ne soffrono due milioni di italiani. La Sindrome delle apnee notturne è un frequente disturbo respiratorio caratterizzato dalla presenza durante il sonno di ripetute ostruzioni temporanee del flusso d’aria (apnee) in grado di determinare sonnolenza diurna e disfunzione cardiopolmonare. È una condizione di cui soffrono almeno 2 milioni di italiani, il 95% dei quali non sa neppure di esserne affetto. “Morire di sonno – ha sottolineato il prof. Peverini – non è solo un modo di dire quando gli occhi non ce la fanno più a stare aperti e si è al volante. Mentre alcool e droghe si accertano con le analisi del sangue e con test specifici, la sonnolenza da apnee non può essere verificata su strada”.
Numeri allarmanti. Secondo i dati dell’Aci e del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di sanità, nel 2010 i morti sulle strade italiane sono stati 4.237 mentre i feriti ben 307.248; inoltre, più della metà dei decessi è avvenuta fuori dai centri urbani. Almeno il 22% degli incidenti è legato a sonnolenza e colpi di sonno e il 12% di questi ha avuto esiti mortali. In definitiva, dall’analisi dei dati si può affermare che almeno un incidente stradale su cinque è stato causato da un colpo di sonno. L’indice di mortalità aumenta considerevolmente di notte, in particolare dalle 20 alle 7 del mattino, raggiungendo il valore massimo intorno alle 4 (5,7 decessi ogni 100 incidenti).
Fonte Quattroruote, anno 2012
Se tutti facessero come me: 37 anni di patente 9 automobili portate da nuove a 300mila km. e oltre, ciascuna 70 mila km. anno, mai caffè ,mai droghe , mai fumo cannabis o altro ,due soli piccolissimi incidenti di cui ho avuto ragione al 100% .. le strade sarebbero più sicure.
La notte è fatta per dormire ,l’organismo ha i suoi limiti e cercare di farlo stare sveglio o chiedere prestazioni superiori con “stratagemmi” non funziona,poi cede senza preavviso.
E’rano gli anni 80 quando una sera stanco da lavoro ,nonostante guidassi a occhi aperti snetì un colpo che mi sbriciolò lo specchietto retrovisore, ad occhi aperti ero assente non mi accorsi che mi spostavo verso il centro strada e sfregai la fiancata di un tir che veniva in senso contrario, ebbene quella fu la mia medicina,
Da quella bruttissima esperienza trassi le conclusioni sopracitate e non appena percepisco un po di sonnolenza mi fermo ,scendo dalla macchina , faccio un giro attorno ,prendo aria fresca e poi riparto,oppure sdario il sedile e mi faccio un quarto d’ora di sonno e poi riparto anche se mancano pochi km. all’arrivo,a volte è proprio negli ultimi km. che succede l’incidente ,mai forzare perche ormai mancano poco e quindi uno è tentato di continuare.
Ho avuto anche moto per 10 anni ma chredo che quello che mi ha messo in testa la disciplina della sicurezza sia stata la passione per il volo , essendo pilota di ultraleggeri,abilitato al passeggero, questa disciplina mi ha fatto rispettare più le regole e le procedure, ne parlavamo con un collega appunto che se tutti passassero da questa disciplina sicuramente diventerebbero buoni guidatori.
claudio
Si torna alla responsabilità personale dell’individuo alla guida.
Un’auto in marcia è una rivoltella col colpo in canna, e dovrebbe essere guidata con estrema responsabilità e capacità di prevenzione di eventi possibili, anche per colpa di altri.
Il colpo di sonno non e’ un caso fortuito, ci sono segni premonitori chiarissimi che se ignorati prefigurano dolo e negligenza e quindi la responsabilità del conducente verso le conseguenze del colpo di sonno è netta.
Il colpo di sonno, o la perdita di “presenza” in stato di veglia dovuto a patologie note, il diabete o alterazione glicemica, ipotensione, magari innescate da comportamenti alimentari durante il viaggio è doppiamente doloso, come l’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti.
Difficile affidarsi a strumentazioni di bordo per la rilevazione dei sintomi è peggio mi sento se qualcuno pensa a comandare automaticamente il veicolo.
L’elemento in comune tra i tanti episodi riconducibili a colpi di sonno o assopimenti dello stato di coscienza, è la guida protratta su strade con poco traffico; gli incidenti dovuti a malori, colpiscono ovunque e comunque, e possono essere prevenuti solo con la coscienza del proprio stato di salute.
La soluzione più immediata è il controllo della velocità media dalla partenza, rispetto alla “varianza” della velocità in marcia; dopo due ore di guida consecutiva da parte dello stesso guidatore, da identificare con mezzi biometrici all’avviamento, attivazione di segnali ottici (dentro e fuori l’abitacolo) e acustici, che impongano la sosta per almeno 15 minuti.