Il tempario è uno strumento prezioso per determinare i tempi di riparazione in fase preventiva e la sua storia risale nel tempo. Negli anni, quasi come un puzzle, si sono aggiunti piccoli pezzi, modifiche, ampliamenti, suggerimenti e correzioni che sono in continuo divenire.

L’ingegnere americano Frederick Winslow Taylor, vero anticipatore, diede il via. E’ grazie ai suoi studi che si passa dalla divisione del lavoro elaborata da Adam Smith alla divisione del tempo di lavorazione. L’introduzione della nozione del tempo è sicuramente rivoluzionaria; attraverso la misurazione esatta del tempo richiesto per ogni operazione produttiva, si può raggiungere una valutazione cronometrica del rendimento del lavoro operaio. L’applicazione pratica di questa innovativa visione aprì la strada alla prima catena di montaggio, introdotta negli stabilimenti della Ford Motors Company nel 1913, modificando di fatto tutta l’organizzazione del lavoro nelle industrie.

E’ però negli anni settanta che il settore dell’autoriparazione avverte con forza la necessità di un tempario che costituisse un valido riferimento. Fino a quel momento per assicurazioni e periti il riferimento era stato Eurotax che però riportava i tempi di interventi forniti dalle case costruttrici, tempi che in massima parte riguardavano gli interventi in garanzia (interventi dai quali i costruttori non possono esimersi), tempi che non potevano essere ne congrui ne rapportabili, (perlomeno in gran parte) per gli autoriparatori carrozzieri che svolgono, per la maggior parte, interventi di ripristino sugli automezzi totalmente diversi dagli interventi in garanzia. Inoltre i tempi di “lattoneria” relativi agli interventi di riparazione eseguiti dagli autoriparatori non erano mai stati quantificati ne dai costruttori ne da “Eurotax”.

E’ il dott. Penco, funzionario SAI (Società Assicuratrice Industriale) dell’epoca, a farsi promotore di una commissione tecnica al fine di creare un “tempario ANIA”.

Così, partendo dalle basi del tempario “Eurotax” la Commissione tecnica istituita dal dott. Penco iniziò la costruzione di un nuovo tempario. Si apre così una fase nella quale si inseriscono numerosi apporti.

Nei primi anni ’90, dopo oltre vent’anni nei quali le compagnie di assicurazione avevano utilizzato uno strumento di quantificazione dei danni costruito al proprio interno per fronteggiare l’elevata frequenza dei sinistri conseguenti alla RC Auto obbligatoria e alla successiva C.I.D. (Convenzione indennizzo diretto) si crearono le condizioni per riorganizzare e razionalizzare al meglio i servizi di liquidazione dei danni auto.

ANIA propensa ad aprire una trattativa con le organizzazioni artigiane maggiormente rappresentative degli autoriparatori giunse, dopo numerosi incontri ed estenuanti trattative, a stabilire protocolli per l’attivazione del danno, definire indicatori per la qualità della riparazione, la quantificazione dei tempi necessari per le varie operazioni di riparazione e delle tariffe di mano d’opera orarie rispondenti alle diverse tipologie di aziende.

Grazie al contributo di commissioni tecniche create ad hoc e di operatori tecnici di compagnia, si riuscì a tradurre il metodo semi-artigianale assicurativo per la quantificazione dei tempi di riparazione in un sistema matematico simile a quello comunemente adottato in campo industriale.

Nel 1991, una software house fornisce il proprio sistema inedito di calcolo dei tempi e dei materiali alle Commissioni tecniche ANIA / OO.AA. , i cui rappresentanti si recano a Genova arrivando alle conclusioni verbalizzate di seguito.
Sulla base dei verbali vengono definite le regole e nel Marzo 1992 nasce l’Accordo ANIA/OO.AA.

Si inizia la costruzione del TEMPARIO ANIA-OO.AA.
Nel periodo 1992-1996, attraverso lo studio e la quantificazione di micro operazioni, venne elaborata una serie di algoritmi atti a definire il valore temporale di ogni singolo intervento. Il Cestar fu sede di numerose prove pratiche per la completa messa a punto del sistema sino a raggiungere risultati soddisfacenti e confacenti alla realtà delle riparazioni eseguite normalmente nelle carrozzerie.

La metodologia e gli algoritmi che ne sono derivati ebbero il loro massimo sviluppo con la creazione, nel 1996, del cosiddetto Sistema microtempi la cui proprietà venne suddivisa in misura paritetica e disgiunta tra ANIA e le tre organizzazioni che contribuirono alla messa a punto del sistema stesso.

Il tempario venne implementato con altre voci che, nelle intenzioni, servivano ad “accorpare” operazioni in comune fra i vari elementi coinvolti nel danno: elementi contigui, elementi abbinati: ad esempio, la riparazione di un frontale poteva comportare lo stacco di un rivestimento i cui tempi comprendevano a loro volta lo stacco dei proiettori e del paraurti o magari degli organi di raffreddamento (radiatore, ecc..). Siamo così ai primi anni 90, ed il tempario ANIA-OO.AA., pubblicato in volume cartaceo, venne costruito in modo che potesse fornire indicazioni di massima: disponendo di dati analitici la valutazione del danno avrebbe richiesto calcoli troppo complessi per poter essere eseguiti a mano. Per non parlare del fatto che non sarebbe stato possibile contenere tutti quei dati in un unico volume cartaceo da portar con se (come nel caso del perito assicurativo, che si recava dal carrozziere per periziare il veicolo incidentato).

Tuttavia il bisogno di maggior analiticità si fece sentire e infatti, nel 1996, ANIA e OO.AA. decisero di introdurre nel Tempario ulteriori suddivisioni dei Gradi di difficolta Lieve, Medio, Grave: per ciascun grado di difficoltà venne previsto un valore minimo ed un valore massimo. I valori possibili passarono quindi da dodici a ventuno.
I sistemi di preventivazione software iniziarono a proporre, per comodità, un valore intermedio preso fra il valore minimo e massimo di ciascuna difficoltà di riparazione per ciascun intervento (SR, LA, VE).

Dopo circa due anni di gestazione, finalmente l’11/11/1998 fu licenziata la versione definitiva del Manuale operativo contenente le norme tecniche di applicazione del Metodo microtempi che, congiuntamente al Vocabolario, contenente l’elenco di tutte le micro-operazioni individuate e i relativi tempi assegnati, ai fogli di elaborazione e alla guida per l’applicazione della convenzione, hanno costituito il sistema di riferimento per la valutazione del danno auto. Alla base di tutto è rimasta l’attività delle commissioni tecniche, attraverso l’analisi e la valutazione eseguita su veicoli smontati presso il Cestar per effettuare le prove pratiche necessarie a testare l’attendibilità dei dati. Le esperienze effettuate presso le carrozzerie di riferimento e le prove eseguite presso il Cestar, hanno permesso di determinare i microtempi relativi a operazioni di durata centesimale che concorrono a costituire il tempo medio necessario per operare il ripristino, con un processo simile e conforme a quanto si attua nell’industria di produzione per operazioni cicliche e ricorrenti in condizioni ottimali.

Il sistema venne creato con l’intento di valorizzare i tempi di intervento per operazioni non ripetitive, eseguite in condizioni non sempre ottimali e con l’alea dell’intervento umano, della sua abilità professionale e delle scelte tecniche operate secondo la logica della riparazione a perfetta regola d’arte per riportare il veicolo nelle condizioni ottimali di sicurezza e di estetica previsti nei manuali di riparazione delle case costruttrici.

Nessuno ha mai avuto la presunzione di pensare che il metodo così creato potesse essere infallibile, ma di certo nel corso degli anni pochi sono stati gli aggiornamenti e gli adeguamenti al continuo rinnovamento tecnico delle vetture in costruzione.
Il 2003 segna l’addio all’ Accordo ANIA.

Tutti, per dare continuità al TEMPARIO, utilizzano la stessa metodologia di calcolo concordata e applicata a partire dal 1992 e che viene a tutt’oggi ancora presa a riferimento dagli operatori del settore.
Da quel momento nascono tempari alternativi ma l’evoluzione di questo utile strumento di valutazione del costo del lavoro guarda al futuro per migliorare ulteriormente. Tempario e microtempi sono i collaboratori migliori per ottenere in tempi rapidi la migliore indicazione di costi in fase preventiva.