Il tempario è uno strumento prezioso per determinare i tempi di riparazione in fase preventiva e la sua storia risale nel tempo. Negli anni, quasi come un puzzle, si sono aggiunti piccoli pezzi, modifiche, ampliamenti, suggerimenti e correzioni che sono in continuo divenire.
L’ingegnere americano Frederick Winslow Taylor, vero anticipatore, diede il via. E’ grazie ai suoi studi che si passa dalla divisione del lavoro elaborata da Adam Smith alla divisione del tempo di lavorazione. L’introduzione della nozione del tempo è sicuramente rivoluzionaria; attraverso la misurazione esatta del tempo richiesto per ogni operazione produttiva, si può raggiungere una valutazione cronometrica del rendimento del lavoro operaio. L’applicazione pratica di questa innovativa visione aprì la strada alla prima catena di montaggio, introdotta negli stabilimenti della Ford Motors Company nel 1913, modificando di fatto tutta l’organizzazione del lavoro nelle industrie.
E’ però negli anni settanta che il settore dell’autoriparazione avverte con forza la necessità di un tempario che costituisse un valido riferimento. Fino a quel momento per assicurazioni e periti il riferimento era stato Eurotax che però riportava i tempi di interventi forniti dalle case costruttrici, tempi che in massima parte riguardavano gli interventi in garanzia (interventi dai quali i costruttori non possono esimersi), tempi che non potevano essere ne congrui ne rapportabili, (perlomeno in gran parte) per gli autoriparatori carrozzieri che svolgono, per la maggior parte, interventi di ripristino sugli automezzi totalmente diversi dagli interventi in garanzia. Inoltre i tempi di “lattoneria” relativi agli interventi di riparazione eseguiti dagli autoriparatori non erano mai stati quantificati ne dai costruttori ne da “Eurotax”.
E’ il dott. Penco, funzionario SAI (Società Assicuratrice Industriale) dell’epoca, a farsi promotore di una commissione tecnica al fine di creare un “tempario ANIA”.
Così, partendo dalle basi del tempario “Eurotax” la Commissione tecnica istituita dal dott. Penco iniziò la costruzione di un nuovo tempario. Si apre così una fase nella quale si inseriscono numerosi apporti.
Nei primi anni ’90, dopo oltre vent’anni nei quali le compagnie di assicurazione avevano utilizzato uno strumento di quantificazione dei danni costruito al proprio interno per fronteggiare l’elevata frequenza dei sinistri conseguenti alla RC Auto obbligatoria e alla successiva C.I.D. (Convenzione indennizzo diretto) si crearono le condizioni per riorganizzare e razionalizzare al meglio i servizi di liquidazione dei danni auto.
ANIA propensa ad aprire una trattativa con le organizzazioni artigiane maggiormente rappresentative degli autoriparatori giunse, dopo numerosi incontri ed estenuanti trattative, a stabilire protocolli per l’attivazione del danno, definire indicatori per la qualità della riparazione, la quantificazione dei tempi necessari per le varie operazioni di riparazione e delle tariffe di mano d’opera orarie rispondenti alle diverse tipologie di aziende.
Grazie al contributo di commissioni tecniche create ad hoc e di operatori tecnici di compagnia, si riuscì a tradurre il metodo semi-artigianale assicurativo per la quantificazione dei tempi di riparazione in un sistema matematico simile a quello comunemente adottato in campo industriale.
Nel 1991, una software house fornisce il proprio sistema inedito di calcolo dei tempi e dei materiali alle Commissioni tecniche ANIA / OO.AA. , i cui rappresentanti si recano a Genova arrivando alle conclusioni verbalizzate di seguito.
Sulla base dei verbali vengono definite le regole e nel Marzo 1992 nasce l’Accordo ANIA/OO.AA.
Si inizia la costruzione del TEMPARIO ANIA-OO.AA.
Nel periodo 1992-1996, attraverso lo studio e la quantificazione di micro operazioni, venne elaborata una serie di algoritmi atti a definire il valore temporale di ogni singolo intervento. Il Cestar fu sede di numerose prove pratiche per la completa messa a punto del sistema sino a raggiungere risultati soddisfacenti e confacenti alla realtà delle riparazioni eseguite normalmente nelle carrozzerie.
La metodologia e gli algoritmi che ne sono derivati ebbero il loro massimo sviluppo con la creazione, nel 1996, del cosiddetto Sistema microtempi la cui proprietà venne suddivisa in misura paritetica e disgiunta tra ANIA e le tre organizzazioni che contribuirono alla messa a punto del sistema stesso.
Il tempario venne implementato con altre voci che, nelle intenzioni, servivano ad “accorpare” operazioni in comune fra i vari elementi coinvolti nel danno: elementi contigui, elementi abbinati: ad esempio, la riparazione di un frontale poteva comportare lo stacco di un rivestimento i cui tempi comprendevano a loro volta lo stacco dei proiettori e del paraurti o magari degli organi di raffreddamento (radiatore, ecc..). Siamo così ai primi anni 90, ed il tempario ANIA-OO.AA., pubblicato in volume cartaceo, venne costruito in modo che potesse fornire indicazioni di massima: disponendo di dati analitici la valutazione del danno avrebbe richiesto calcoli troppo complessi per poter essere eseguiti a mano. Per non parlare del fatto che non sarebbe stato possibile contenere tutti quei dati in un unico volume cartaceo da portar con se (come nel caso del perito assicurativo, che si recava dal carrozziere per periziare il veicolo incidentato).
Tuttavia il bisogno di maggior analiticità si fece sentire e infatti, nel 1996, ANIA e OO.AA. decisero di introdurre nel Tempario ulteriori suddivisioni dei Gradi di difficolta Lieve, Medio, Grave: per ciascun grado di difficoltà venne previsto un valore minimo ed un valore massimo. I valori possibili passarono quindi da dodici a ventuno.
I sistemi di preventivazione software iniziarono a proporre, per comodità, un valore intermedio preso fra il valore minimo e massimo di ciascuna difficoltà di riparazione per ciascun intervento (SR, LA, VE).
Dopo circa due anni di gestazione, finalmente l’11/11/1998 fu licenziata la versione definitiva del Manuale operativo contenente le norme tecniche di applicazione del Metodo microtempi che, congiuntamente al Vocabolario, contenente l’elenco di tutte le micro-operazioni individuate e i relativi tempi assegnati, ai fogli di elaborazione e alla guida per l’applicazione della convenzione, hanno costituito il sistema di riferimento per la valutazione del danno auto. Alla base di tutto è rimasta l’attività delle commissioni tecniche, attraverso l’analisi e la valutazione eseguita su veicoli smontati presso il Cestar per effettuare le prove pratiche necessarie a testare l’attendibilità dei dati. Le esperienze effettuate presso le carrozzerie di riferimento e le prove eseguite presso il Cestar, hanno permesso di determinare i microtempi relativi a operazioni di durata centesimale che concorrono a costituire il tempo medio necessario per operare il ripristino, con un processo simile e conforme a quanto si attua nell’industria di produzione per operazioni cicliche e ricorrenti in condizioni ottimali.
Il sistema venne creato con l’intento di valorizzare i tempi di intervento per operazioni non ripetitive, eseguite in condizioni non sempre ottimali e con l’alea dell’intervento umano, della sua abilità professionale e delle scelte tecniche operate secondo la logica della riparazione a perfetta regola d’arte per riportare il veicolo nelle condizioni ottimali di sicurezza e di estetica previsti nei manuali di riparazione delle case costruttrici.
Nessuno ha mai avuto la presunzione di pensare che il metodo così creato potesse essere infallibile, ma di certo nel corso degli anni pochi sono stati gli aggiornamenti e gli adeguamenti al continuo rinnovamento tecnico delle vetture in costruzione.
Il 2003 segna l’addio all’ Accordo ANIA.
Tutti, per dare continuità al TEMPARIO, utilizzano la stessa metodologia di calcolo concordata e applicata a partire dal 1992 e che viene a tutt’oggi ancora presa a riferimento dagli operatori del settore.
Da quel momento nascono tempari alternativi ma l’evoluzione di questo utile strumento di valutazione del costo del lavoro guarda al futuro per migliorare ulteriormente. Tempario e microtempi sono i collaboratori migliori per ottenere in tempi rapidi la migliore indicazione di costi in fase preventiva.
Ottimo articolo ma raccontate dei miei antenati. Io ed perizia light siamo il futuro specie perché grazie a noi Voi carrozzieri dovrete lavorare in modo frenetico per rientrare nei miei tempi ed io…. avró assolto appieno il mio compito: consumarvi, deteriorarvi, spremervi come limoni per arricchire le compagnie!
OPS ! Ho sbagliato forum! Qui siete INDIPENDENTI mica fessi!
Caro Siva, io sono uno dei “FESSI”, questo è solo il primo dei tre articoli che ci propongono, a volte il concetto per essere capito va esposto partendo dalla storia dei nostri antenati (che a volte insegna), mi sembra prematuro giudicare e esprimere sentenze all’inizio del discorso, quando sarà concluso trarremo le nostre considerazioni.
Io non ho sbagliato, ho scritto sul forum degli INDIPENDENTI perché mi ritengo uno che accetta il dialogo e ci tiene a confrontarsi con gli altri senza mai denigrare nessuno, buona giornata
Caro Casale tu non sei uno dei fessi sei uno che preferisce le scorciatoie fregandotene dei colleghi aperti come me da 30 anni (sperando di acaparrarsi i nostri clienti) ma ricorda che ci sara’ SEMPRE uno piu’ “FURBO” di te’ che per prendere i tuoi clienti lavorera’ ancora a meno di te (e le compagnie ingrassano e l’Assicurato con Riparazioni sempre piu’ scadenti) comunque se ancora ti danno 4 soldi RINGRAZIA TUTTI I NON CONVENZIONATI.
Sono uno che ha fatto tante riunioni per ii tempari ania con le asoccizioni che si parlava tanto ma alla fine decideva sempre le assicurazioni,prima libroni poi con compiuter nei miei 41 anni artigiano.
Sono finalmente contento che sia nata un associazione libera da i sindacati nazionali.
Gianfranco vedi, il fatto di convenzionarsi è la strada più semplice. La convenzione la si fa per 3 motivi: 1) ti girano le auto dei tuoi clienti, altrimenti te le vedi porta via da un convenzionato vicino; 2) Conosci bene l’assicuratore che ha un portafogli grande, e t’incanala un quantitativo di auto superiore ai tuoi colleghi, e poi vedi tu come arrangiarti; 3) Non hai più lavoro perchè i convenzionati ti portano via tutte le auto, ed oggi il lavoro più grande proviene dai sinistri. Comunque in ogni caso, c’è il “furbo” che rovina la piazza. Oggi dobbiamo lavorare tutti, ma come la mettiamo se tutti noi, ci convenzionassimo? Lavora chi da la mazzetta più grande? Si, parliamo di mazzetta, perchè proprio uno dei più grandi convenzionati della mia zona, in un corso di formazione che stavamo facendo dove si parlava di Royalty, ha chiesto “quindi è legale dare dei soldi all’agenzia”…. Ovviamente la risposta è stata no. La mazzetta è una cosa, la Royalty un’altra. Ti posso anche dire che un mio collega convenzionato unipol, è furioso con il suo collega della carrozzeria X, perchè su un paraurti post. appena rigato di un suo cliente che in precedenza doveva portargli l’auto, la Generali ha girato il lavoro alla carrozzeria X convenzionata, e ha visto una fattura di 1600€! In quale dei 3 motivi ti collochi?
Carissimi, partiamo dal presupposto che io porto il massimo rispetto per tutti i colleghi sia convenzionati sia indipendenti, chiaramente ad eccezione di chi rispetto non lo contraccambia, detto questo ho precisato nel precedente commento che intendo capire e valutare quanto verrà esposto a conclusione dei tre interventi previsti, è chiaro che comunque non condivido chi da del FESSO ad altri senza conoscerne le necessità/virtù.
Essere convenzionati può anche essere una scelta voluta e ponderata, ciò non significa che possa anche essere una scelta giusta, ma di certo è sbagliato l’approccio che alcuni colleghi hanno nei confronti di chi cerca il dialogo anche e soprattutto per capire da che parte sta la ragione.
Io sono un pluriconvenzionato ed al momento non me ne vergogno, ciò non toglie che cerco di capire le ragioni degli INDIPENDENTI con il massimo rispetto delle loro idee, chiedo solamente che non si faccia di tutta l’erba un fascio, io non mi permetterei mai di dire che TUTTI i carrozzieri indipendenti sono dei disonesti, neppure penso che tutte le carrozzerie vivono prevalentemente di truffe alle assicurazioni, ma non accetto che colleghi che nemmeno mi conoscono possano pensare che io vado avanti a suon di mazzette ai periti, io ho combattuto tutta la mia vita da carrozziere a lottare contro questo sistema marcio, e chi mi conosce lo sa benissimo, sia colleghi che periti, io non ho mai dato nulla ai periti e forse anche per questo non mi sono arricchito alla faccia delle assicurazioni, non ho santi in paradiso e lavoro tutti i giorni dalle 7 alle 19 senza fermarmi, mi sono sempre comportato onestamente e per questo ho anche subito aggressioni fisiche volute da miei colleghi a cui dava fastidio la mia onestà nei confronti dei clienti e delle Compagnie Assicuratrici.
probabilmente tutto questo farà sorridere qualcuno di voi, ma è solamente la verità, una verità che mi permette di andare in giro a testa alta e senza vergogna.
Come ripeto rispetto tutto e tutti ma vorrei avere un dialogo con persone che esternano le loro idee con serenità, senza urlare e senza offendere, qui non siamo a BUONA DOMENICA, qui si parla di lavoro e di soppravivenza, smettiamola di palesare comportamentim prevenuti nei confronti di chi cerca il dialogo, soprattutto se lo stesso non appartiene allo stesso network
Il problema è che il convenzionato non cerca il dialogo, egoisticamente rovinandosi, se stesso e gli altri, firmano convenzioni sottocosto…astuzie di mercato quelle loro, ma non furbizie. Sono poi i primi a lamentarsi che non guadagnano anche se lavorano tanto…..questo da vedere poi.. Saluti.
X Gianfranco Casale.
Carissimi a Chi?
Partiamo dal presupposto che non siamo colleghi, Noi siamo Artigiani Carrozzieri Indipendenti , Tu sei un riparatore delle assicurazioni.
I colleghi sono quelli che si battono quotidianamente a difesa della propria categoria, contro gli attacchi che in questi anni abbiamo subito, sopratutto dal falso perbenismo di pseudo colleghi come te.
Non sono interessato a ricevere il rispetto, da chi non porta rispetto alla categoria di cui si fregia di far parte.
Scrivi correttamente (essere convenzionati può anche essere una scelta voluta e ponderata) e Noi la rispettiamo , non per questo la condividiamo, soprattutto non siamo alla ricerca di capire da che parte sta la ragione della tua scelta imprenditoriale.
Fai benissimo a non vergognartene, anzi continua a sottoscrivere accordi fiduciari.
Non dimenticare mai, che quegli accordi per te vantaggiosi li devi a Noi Carrozzieri indipendenti, che in questi anni ci siamo rifiutati di sottoscrivere, sopratutto ci siamo battuti affinché anche i tuoi clienti fossero liberi di rivolgersi al proprio carrozziere di fiducia.
Semplicemente perché non ci guardiamo i piedi, come fai Tu pensando al tuo orticello.
Sorvolo sulla parte in cui parli di disonesti perché ci sarebbe da scrivere un poema.
Mi domando , ma ti sei letto i contratti che hai sottoscritto.
A Me non fa sorridere quello che hai scritto, mi fa una grande tristezza, leggere e capire che sei il classico specchietto per le allodole finito in una gabbia, stai tradendo la tua categoria la tua professionalità la tua correttezza i tuoi clienti.
Chi è pronto a rinunciare alle proprie libertà fondamentali per il conseguimento di una piccola sicurezza temporanea, non merita né la libertà né la sicurezza.
Benjamin Franklin
Perdona la Mia ruvidezza
Fabrizio Contu Carrozziere Indipendente
X FABRIZIO CONTU
Egregio Fabrizio Contu, apprezzo che a differenza di molti tuoi colleghi non ti nascondi sparando sentenze omettendo nome e cognome, ciò nonostante dimostri palesemente di non dare e non avere diritto al rispetto altrui, mi sembrava chiaro che la mia richiesta di dialogo è finalizzata a capire se le mie scelte sono state giuste o sbagliate e ho ritenuto utile aprire un dialogo con chi al momento la pensa diversamente da me, continua pure a sparare a zero contro chi non ti segue nelle tue idee, continua pure nella tua arroganza a dimostrare che oltre che essere difficile a volte è impossibile dialogare con persone che vivono riflettendo di luce altrui.
Lo specchietto per le allodole delle Compagnie in vita sua non ha mai tradito nulla e nessuno, ne la Categoria che fino a prova contraria non accetta nessun dialogo se non rispecchiante il suo Vangelo, ne la mia professionalità che ritengo ci voglia personaggi di altro spessore per porla in dubbio ( o forse tu mi conosci così profondamente da potermi giudicare), ne soprattutto il mio rapporto con i cliente, ma questo lo lascio giudicare dagli stessi il cui parere lo ritengo nettamente superiore al tuo.
Detto questo ti posso accontentare facendo un passo indietro e non interferendo più nei dialoghi ritenuti esclusivi della casta a cui ritieni di appartenere, sono convinto che ci sia tra di voi colleghi che nonostante tutto ritengano produttivo il dialogo tra le parti quando può essere costruttivo, anche perché i confronti ci sono sempre stati da che mondo e mondo.
Augurando buon lavoro a tutti i COLLEGHI della categoria, lascio a malincuore vedendo fallire per l’ennesima volta ogni tentativo di dialogo attraverso il forum, grazie comunque a chi si è adoperato per farmi capire come proseguire nella mia strada, sperando che sia quella giusta.
P.S. – Il mio orticello (e tanti altri) sono stati calpestati da INNUMEREVOLI colleghi che assieme a tanti altri personaggi (tutti conosciuti) hanno creato PROBLEMI su cui tu intendi sorvolare, a volte sarebbe utile scrivere i poemi ma spesso manca carta, penna e volontà.
Per finire “Ruvidezza x ruvidezza” vorrei anche io citarti un aforisma di Erza Pound –
” SE UN UOMO NON E’ DISPOSTO A RISCHIARE QUALCOSA PER LE SUE IDEE … O NON VALE NIENTE QUELL’UOMO O NON VALGONO NIENTE LE SUE IDEE”
Egregio Sig. Casale Gianfranco,
è facile parlare di dialogo e rispetto altrui, quando il rispetto è solo nelle parole e non nei fatti.
Mi scusi, Lei chiede un confronto perché vuol capire,
“la mia richiesta di dialogo è finalizzata a capire se le mie scelte sono state giuste o sbagliate e ho ritenuto utile aprire un dialogo con chi al momento la pensa diversamente da me”
Io la invito (non si offenda), come nel post precedente a non guardarsi i piedi, se Lei a oggi ha ancora dei dubbi in merito alle sue scelte imprenditoriali, probabilmente nel suo inconscio si rende conto che ha intrapreso una strada senza futuro.
Nessuno mette in discussione la sua correttezza professionale.
Stiamo parlando d’altro, quello che Lei e i suoi colleghi riparatori delle assicurazioni non volete o fate finta di non capire, si chiama libertà di scelta,.
I suoi clienti, NON devono essere obbligati a farsi riparare la macchina dal carrozziere che ha un accordo economico con la compagnia, o un accordo sull’accordo con l’agente, o il perito.
Il suo cliente dev’essere libero di farsi servire da Lei.
Per questo, Noi di Federcarrozzieri abbiamo combattuto e non siamo disposti a prendere lezioni di correttezza, da chi si guarda i piedi o pensa esclusivamente al suo orticello.
Lei si vanta di avere tante convenzioni ( Io sono un pluriconvenzionato ed al momento non me ne vergogno) nessuno entra in merito alle sue scelte imprenditoriali, come già scritto, si rispettano non si condividono.
Mi permetto di farle notare che quando parla dei clienti sta prendendo un abbaglio,
“soprattutto il mio rapporto con i cliente, ma questo lo lascio giudicare dagli stessi il cui parere lo ritengo nettamente superiore al tuo.”
quelli sono i clienti della compagnia, che le invia perché economicamente conveniente.
Quasi sicuramente i sui stessi clienti, oramai abituati dall’agente assicurativo a farsi dire dove portare la macchina a riparare, e forse domani, in virtù di un accordo sull’accordo probabilmente perderà.
Le pongo questa domanda, “Si farebbe imporre l’avvocato da colui che le ha creato un danno e la deve risarcire. “
Lei non deve fare un passo indietro, ne ha già fatti abbastanza, deve semplicemente alzare le testa e tornare ad essere padrone a casa sua.
Noi non siamo una casta , siamo Carrozzieri che quotidianamente tirano su la serranda, e combattono per la libertà dei propri clienti, per la libertà della propria impresa, sapendo che ci confrontiamo con una parte di speudo colleghi che hanno fatto una scelta diversa, legata a tanti fattori, la furbizia, l’ingenuità, rassegnazione, la convinzione di essere più intelligenti.
In questo blog si dialoga di fatti reali, attraverso le iniziative, oggi realtà , create a favore della categoria, tutte ideate e realizzate gratuitamente da Carrozzieri Indipendenti che hanno smesso di piangersi addosso.
Il Suo aforisma e perfetto.
SE UN UOMO NON E’ DISPOSTO A RISCHIARE QUALCOSA PER LE SUE IDEE … O NON VALE NIENTE QUELL’UOMO O NON VALGONO NIENTE LE SUE IDEE”
Cordialità
Fabrizio Contu Carrozziere indipendente
Ciao Gianfranco
(mi permetto di darti del tu proprio in virtù del confronto amichevole)
Noi carrozzieri indipendenti , non vediamo di buon occhio i convenzionati per i vari motivi che il collega Contu ha ben descritto.
Noi indipendenti possiamo dire “il nostro cliente” proprio per il fatto che il cliente ha deciso di rivolgersi a noi senza imposizioni.
Riprendendo l’aforisma da te citato , penso che rispecchi più la figura dell’Indipendente , proprio perchè la scelta che abbiamo fatto , l’abbiamo fatta per un idea (forse più giusto ideale) ed abbiamo e continuiamo a rischiare.
Fatti questa domanda : Domani il collega tuo vicino abbassa la tariffa di manodopera e materiale , fornisce l’auto sostitutiva gratuitamente e accetta incondizionatamente le ore che il perito gli riconosce (esempio perizia light di una famosa assicurazione). Dove pensi verrà canalizzato il lavoro ?
Quelli che oggi chiami tuoi clienti saranno un ricordo .
Rifletti su questa domanda , ogni mattina che apri la tua azienda , rifletti su questa domanda ogni volta che vai a fare un corso di aggiornamento (sicuramente non compreso nella tariffa che l’assicurazione ti riconosce) rifletti su questa domanda quando l’assicurazione ti invia ricambi e si mangia quel piccolo margine di sconto che fino a ieri potevi reinvestire , rifletti a questa domanda quando il tuo cliente storico che negli anni hai curato e coccolato , per cui hai lasciato la domenica mattna la famiglia per dargli un soccorso viene canalizzato da un agente da un’alta parte,
Come vedi non ho voluto attaccarti ma farti riflettere.
Buon lavoro e pensaci !!
Senesi Pietro da sempre carrozziere indipendente (dura è stata la strada) ma fiero di sentirsi dire dal cliente :” il MIOCARROZZIERE di fiducia”
Ciao Pietro,
avevo deciso di non intervenire più, ma in questo caso mi fa piacere confrontarmi con una persona (non ti chiamo collega perché a qualcuno non fa piacere) che propone un dialogo e non una disfida.
Io capisco perfettamente il senso dei discorsi che mi fai, il fatto di perdere il cliente io lo intendo comunque una scelta del cliente stesso che a discapito di quanto noi abbiamo fatto nei suoi confronti sino ad oggi, si prostituisce alle Compagnie sottoscrivendo delle polizze capestro che vanno contro i loro interessi solamente per ottenere un particolare sconto.
Sono pienamente concordante con te che la concorrenza a volte non è corretta e per una miriade di ragioni ti può danneggiare, ma la mia scelta di lavorare come fiduciario parte da lontano.
Non so da dove mi scrivi e le mie considerazioni sono dovute a motivi relativi agli orticelli della mia città (Genova), è un dato di fatto che a Genova (come da altre parti), ma in particolare a Genova sia stata creata una rete delinquenziale finalizzata alle truffe alle Assicurazioni.
Tale rete ha portato la categoria ad essere giudicata contestualmente in eguale misura, con la sostanziale differenza che mentre alcuni ci ridevano sopra e si riempivano le tasche, altri ne subivano le conseguenze sia morali che economiche.
Io purtroppo mi considero un cretino che fa dei suoi principi morali un esempio di vita, questo mi ha portato ad allontanarmi sempre di più dalla categoria, una categoria che spesso e volentieri alle riunioni predicava bene ed in privato razzolava male.
Io ero e sono uno contro tanti, poco potevo fare per poter portare avanti le mie idee, anche da parte degli amici che facevano il mio stesso lavoro sono sempre stato additato come un imbecille che non avrebbe mai fatto i soldi ( … facili …)
In questo contesto ho rifiutato SEMPRE di dare mazzette a periti e liquidatori, di fare “TORTE” e truffe varie alle assicurazioni, con il risultato che per ben due volte ho ricevute la visita di “Amici degli amici” che mi hanno mandato all’ospedale, ma questo non mi ha piegato ed ha rafforzato in me la voglia di onestà.
Un’onestà che io ho sempre dimostrato comportandomi correttamente con i clienti, non ho mai fatto pagare a loro o alle Assicurazioni lavorazioni che non ho eseguito o ricambi che non ho sostituito, non ho mai intascato soldi dalle assicurazioni che sarebbero dovute essere destinate ai clienti.
Il fatto che io sono un “puro” (leggi Cretino) ha portato la mia clientela a non abbandonarmi, io non lavoro solo con le Compagnie Fiduciarie, però ha portato diverse Compagnie a venirmi a cercare (Loro a me) proponendomi convenzioni che io non ritengo vessatorie e che abbiamo concordato consensualmente senza nessuna imposizione da parte delle Compagnie.
Io quando faccio una perizia non ho mai dovuto contrastarmi con il perito e questo sia con le Compagnie Fiduciarie sia con le Compagnie non fiduciarie, e questo da molto tempo prima di diventare Fiduciario
Riguardo a quanto detto da qualche Carrozziere sui forum, non ritengo giusto accusare i fiduciari di fare riparazioni inadeguate, in economia ed a volte pericolose per i clienti stessi, per quanto mi concerne le Compagnie a cui aderisco mi richiedono dei parametri di capacità tecnica, sicurezza e comportamento non indifferente e tutto da comprovare e dimostrare (Coperture assicurative, corsi di aggiornamento tecnico, certificazioni DURC, schede di soddisfazione dei clienti, attrezzatura idonea ed efficiente), sono d’accordo sul fatto che in molti casi si possano riscontrare situazioni da loro menzionate ma non tutti siamo uguali ed io mi sento offeso quando vengo mischiato a queste realtà.
Caro Pietro,
ti ripeto questa è la realtà della mia zona, una realtà di cui ho dovuto subirne le conseguenze sulla mia pelle prima che nelle mie tasche, una realtà che a volte mi fa vergognare del mestiere che faccio, che adoro e che rispetto, vorrei tanto che tutto fosse diverso, più pulito, anche perché sono convinto che è questa gente ha rovinato il nome della categoria e se non riusciamo ad imporre il nostro pensiero è soprattutto grazie a loro.
Genova è grossa come uno “sputo”, tutti ci conosciamo e si potrebbe fare nomi e cognomi in ogni momento, ci conosciamo fra noi e ci conoscono gli altri, clienti, istituzioni, organi di Polizia, ti lasciano vivere fino a che non gli servi (sbagliato) ma al momento opportuno ti stroncano, è successo con carrozzieri, periti, avvocati e liquidatori, qualcuno è saltato ma alcune radici restano.
Mi dispiace ma non mi ci vedo in questo contesto, sono amareggiato, io ne vengo da periodi in cui i clienti ti portavano la focaccia al mattino e ti lasciavano la mancia a fine lavoro, quando i principali in estate ti portavano il gelato perché faceva caldo, quando i colleghi di lavoro ti insegnavano veramente a lavorare senza nessuna gelosia, quando fare il carrozziere ti faceva andare in giro orgoglioso a testa alta.
Questo è rimasto un ricordo, con amarezza ne provo nostalgia, oggi non esiste più il rapporto umano e lo abbiamo visto anche su queste pagine del forum.
Purtroppo tutto questo sta a dimostrare che ho già qualche anno sulle spalle e caratterialmente non intendo compromettermi in situazioni che non mi rispecchiano, mi auguro che nelle zone da cui scrivete non succedano analoghe situazioni e che possiate pensare serenamente di portare avanti le vostre idee con serenità e tutti uniti, da parte mia inizio a sentire la stanchezza a dover lottare contro i mulini a vento, di dovermi guardare alle spalle ogni momento, di vivere costantemente sotto le telecamere per non dovermi più sentire bruciare la pelle, sono quasi a fine carriera e non ho nessuno a chi lasciare l’azienda, venderò e con sommo piacere mio e di molti “colleghi” (concedimelo) mi ritirerò a coltivarmi l’orticello ed a preoccuparmi dei miei animale (che lo meritano).
Scusa lo sfogo, e ricordati che quello che qui ti ho sintetizzato è tutto dimostrabile, tutto è andato sui giornali e nei tg, compreso la mia aggressione (per inciso li ho fatti arrestare e condannare), senza rancore auguro a tutti voi buon lavoro.
Gianfranco , leggo con tristezza il tuo sfogo a quanto ti è capitato.
La tua determinazione sarebbe ripagata dall’indipendenza, potrei farti
decine e decine di esempi di colleghi che erano superconvenzionati ed
ora respirano a pieni polmoni la libertà dell’essere indipendenti ,
tra dicembre e febbraio dovremmo fare una riunione federcarrozzieri nella
zona nord -ovest d’Italia, vienici a trovare.
Ti aspetto
Ciao Pietro, non ti prometto niente ma se posso cercherò di venire, buona giornata
Caro Casale ho messo anche il cognome e la mia carrozzeria pensa se un domani x assurdo ci dovessimo convenzionare TUTTI ma le piccole carrozzerie che fine faranno?
Caro Massimo, innanzi tutto grazie per esserti presentato, vorrei precisare che ho iniziato il tentativo di un dialogo a seguito dell’articolo in calce, l’articolo era presentato come il primo dei tre e lasciava ancora aperte ogni tipo di considerazioni, ho solamente detto che eventuali considerazioni erano da esporre alla fine di un concetto completo e mi sono esposto in prime persona perché ritenevo di dover chiarire (soprattutto con me stesso) i dubbi legati alle carrozzerie fiduciarie in considerazione dell’accanimento contrario da parte delle carrozzerie indipendenti, mi sembra che il mio intervento sia stata frainteso e tutto è esageratamente degenerato.
Io ho solamente chiesto un dialogo senza bisogno di arrivare ad offendere nessuno, con qualcuno non sono riuscito a creare una comunicazione, per fortuna altri non si sono proposti nella stessa maniera.
Io non sono la FIAT, sono una piccola carrozzeria che vorrebbe in modo sereno comprendere dove sta la ragione e dove il torto … tutto qui!
Buona giornata.
P.S. Per inciso sono Casale Gianfranco della Genova Allestimenti S.a.r.a.s. , così eliminiamo ogni dubbio.
Parlo da convenzionato in parte. Sto portando avanti l’attività di mio padre con le convenzioni che lui ha stipulato. Per carità, entrano macchine. Ma la marginalità? Sono arrivato al punto di dover decidere tra canalizzazione e qualità. Beh, c’è poco da scegliere. Ieri ho dato disdetta da Auto Presto e Bene, e oggi ho canalizzato un sinistro unipol (cliente mio, come la maggior parte dei canalizzati) in Oxygen. Grazie a questa piattaforma, in tre mesi, ho visto i benefici economici e soprattutto sulla mia salute. Niente problemi a fine mese e meno sbattimenti a mio carico. Insomma, invito i fiduciari ad aprire gli occhi, soprattutto chi come me si è trovato le convenzioni firmate. Un abbraccio a tutti e avanti così! L’onestá paga!!!