È il software il protagonista di Automechanika Francoforte 2018, conclusasi il 15 settembre (edizione record, per espositori e visitatori): noi di Federcarrozzieri, presenti come sempre, l’abbiamo visitata in lungo e in largo, per darvi conto delle novità che interessano carrozzerie e officine. A tutto software, dicevamo. Programmi elettronici per raggiungere un obiettivo preciso: l’azienda deve controllare i consumi, deve evitare le dispersioni. In breve, grazie al software, l’azienda deve ottimizzare i costi. Il riparatore, con pochi clic, passa dalla selezione del veicolo alla soluzione dell’anomalia. Evitando lunghe operazioni di duplicazione, grazie anche a una base di dati comune trasmessa in modalità wireless ai dispositivi collegati.

Il secondo punto forte di Automechanika Francoforte 2018 è la certificazione. Si tratta di attrezzature che danno al cliente finale (l’automobilista) una prova certa e inequivocabile: la lavorazione è stata eseguita correttamente. Parliamo di puntatrici che controllano la saldatura e la certificano, ma anche di centrafari che certificano i lumen e la direzione del fascio. Stesso discorso per gli strumenti di verifica dei telai: l’automobilista esce dalla carrozzeria con la massima tranquillità, perché sa di avere un telaio dritto. La vettura è quindi come prima del danno: il ripristino è completo e certificato.

Ma ci siamo poi posti una domanda: a proposito di certificazione della qualità della riparazione, l’Italia è pronta per questa tecnologia? Si tratta di un quesito retorico, con risposta implicita negativa: no, il nostro Paese, sotto questo punto di vista, è indietro. Sia dal punto di vista puramente economico, sia come mentalità. È che gli automobilisti vengono inondati dalle proposte ultra low cost: la riparazione fatta in fretta, a prezzi ridottissimi. Un modo di pensare e di agire che mal si concilia con la bontà della riparazione e con la sicurezza stradale: occorre una riparazione a regola d’arte, nei tempi e nei modi necessari perché questo avvenga.