Dopo il Tribunale di Torino anche la Corte d’Appello subalpina boccia i prodotti UnipolSai stabilendo un importante principio: sulla riparazione in forma specifica decide il danneggiato e non l’assicuratore debitore.

“Se non ripari dove dico io ti pago quanto dico io”. Questo in sintesi il contenuto delle varie polizze che circolano abusivamente sul mercato invocando a sproposito la norma di legge che disciplina il risarcimento in forma specifica.

Per giustificare l’ingiustificabile prassi liquidativa i debitori invocano sovente e a sproposito una sentenza della Cassazione che peraltro parlava d’altro.

La Corte d’Appello di Torino, come del resto già aveva fatto il Tribunale (leggi qui la sentenza), ha confermato con la sua sentenza numero 2005 del 12 dicembre 2019 (leggila qui) che non si può fare, ma ha anche chiarito quanto sia utilizzato a sproposito il richiamo alla norma di legge (l’articolo 2058 del codice civile) per giustificare le ingiustificabili prassi vessatorie.

Nella sua recente sentenza la Corte ha infatti chiarito (come già fatto dal Tribunale) che la Cassazione aveva parlato d’altro e soprattutto ha ribadito che è solo il danneggiato che può scegliere la riparazione in forma specifica e non certo l’assicuratore debitore ciò a tutela dei consumatori che in questo caso si erano rivolti ad una carrozzeria associata Federcarrozzieri.