Che esistano gli autoriparatori abusivi non è una novità: non lo sveliamo oggi, perché la questione è nota da anni. Altrettanto conosciuta è l’esigenza di chiuderli: a beneficio dell’ambiente, del fisco, della libera concorrenza, dei lavoratori nelle officine, degli automobilisti danneggiati e della sicurezza stradale.

Ma allora, perché ne riparliamo adesso?

La risposta è semplice. È il momento giusto affinché gli autoriparatori vengano chiusi d’imperio, dalle autorità o con l’intervento delle forze dell’ordine. Dopo che l’Italia è stata pesantemente colpita dalla pandemia di coronavirus, si sente più forte che mai l’esigenza di ripulire il mercato dalle officine sporche, che fanno affari sulla pelle di chi invece le regole le rispetta. I primi godono di vantaggi enormi, potendo investire zero nella sicurezza ambientale e nella tutela dei lavoratori delle officine. Viceversa, gli artigiani che rigano dritto fanno molta fatica a stare dentro le spese, rispettando gli innumerevoli cavilli della burocrazia.

Gli autoriparatori abusivi prosperano perché non smaltiscono correttamente l’olio esausto o i filtri, e perché vendono a banco materiali e fluidi inquinanti senza controllo di filiera. Un surplus di illegalità che si consent, ad esempio agli abusivi di effettuare tagliandi a costi inferiori rispetto al mercato.

Ora o mai più allora. Adesso questi autoriparatori abusivi sono da eliminare, e ci si perdoni il termine forte. Una cancellazione per un mercato dove la concorrenza sia leale, per una ripresa dell’economia dopo il “lockdown” da Covid-19. Se proprio le istituzioni desiderano aiutare le imprese a risollevarsi, un atto concreto può essere costituito da controlli a tappeto su scala nazionale. Per snidare gli abusivi, multarli e imporne la chiusura.

È ora di dire basta anche ai carrozzieri improvvisati per verniciature “open air”, all’aria aperta,  che ingolosiscono clienti poco attenti ala tutela ambientale. Stop ai grandi affaristi che calpestano normative e buon senso inquinando con vernici e solventi velenosissimi. Alt agli artigiani che scaricano residui e scarti sporcando i terreni le falde acquifere. Non è terrorismo ecologista, ma tutela della salute pubblica: chi commette reati attentando all’incolumità degli individui va punito.

È davvero il momento per decretare anche la fine dei ricambi d’auto sostituiti e gettati in chissà in quale bosco o quale terreno di campagna. E ora iil momento di  scovare chi vende questi materiali agli abusivi. Non vogliamo pensare che a smerciare tutto questo siano gli stessi fornitori dai quali i riparatori regolari fanno acquisti quotidiani.

Chiuso, ma chiuso per davvero, il capitolo abusivi che sono più che mai una bestemmia in un’era in cui si punta alla pulizia anti-contagio da coronavirus, eccoci a un altro punto dolente: gli irregolari. Perché lo diventano? Partiamo da chi è regolare: rispetta 60 normative, per adeguarsi effettua investimenti importanti. Mira alla sicurezza e alla salute degli addetti. Osserva in modo scrupoloso le clausole su costosissimi adempimenti, che tolgono ossigeno alle aziende: un carrozziere in linea con la burocrazia viene solo epr questo spremuto come un limone. Ma è giusto farlo: per proteggere i dipendenti e per fare da scudo per l’ambiente. Allora ecco le visite mediche periodiche a carico del titolare, la valutazione del rischio chimico, la messa a terra, nonché il controllo di rumori, vibrazioni. Col Covid-19, poi, giustamente, i controlli sull’utilizzo dei dpi (dispositivi di protezione individuali) sono cresciuti esponenzialmente. Per l’irregolare, tutto questo non esiste: un vantaggio economico e in termini di tempo e di energie  immenso. Come se in una gara sui 100 metri, l’irregolare partisse avanti di 70 metri: chiaro che è più competitivo, fa prezzi inferiori e vince in carrozza.

E che cosa ci dite del certificato prevenzione incendi? Obbligatorio, costoso, impegnativo. Manca in diverse officine e viene scarsamente aggiornato in molte altre. Solo per fare un esempio, chi ha le travi in ferro nel tetto e non ha provveduto a una copertura in cemento non può ottenere il certificato: un risparmio colossale.

Non ultima, la questione controllori. Che a loro volta andrebbero controllati.  Le ASL, assenti dal territorio, fanno poche verifiche. Perlopiù dietro segnalazione o concentrate sulle aziende nuove. Ecco spiegato il motivo per cui le carrozzerie difficilmente mutano il nome anche quando il titolare cambia. Idem i Vigili del Fuoco: con la conseguenza che disgrazie e incendi potrebbero essere evitati se tutti fossero in regola.

Capitolo Arpa: monitoraggio costante dell’aria, specie in materia di emissioni delle auto. Già. Ma se solo l’Arpa sapesse e denunciasse la quantità industriale di emissioni inquinanti che fuoriescono dalle carrozzerie abusive o irregolari… Se solo l’Arpa conoscesse e denunciasse le tonnellate di solvente catapultate nelle falde… Allora forse metterebbero mano ai permessi rilasciati ormai 30 o 40 anni fa.

Così arrivano le risposte a domande logiche: come fanno le flotte a pagare i carrozzieri 18 euro l’ora se un addetto costa 23-28 euro? Come fanno certe realtà a lavorare per compagnie assicurative a prezzi bassissimi, molto sotto il limite possibile e immaginabile? Barano. Uccidendo in modo illegale la concorrenza, e ammazzando anche in modo silenzioso: le patologie senza apparente spiegazione, in realtà ne hanno una. Offrono a basso costo perché hanno costi bassissimi, grazie truffe da punire con la reclusione e la chiusura immediata.

Oggi ci sono tante carrozzerie, troppe, e buona parte non propriamente regolari, che portano a un mercato al ribasso. Il vero nemico del mercato, della concorrenza, della salute pubblica sono gli irregolari e gli abusivi. Vanno fermati, ora o mai più. Una tragedia nazionale come la pandemia di coronavirus sia un’opportunità per ripulire il mercato, fare sanificazione fra gli autoriparatori. Occhi puntati quindi su alcuni fornitori che per sopravvivere non si fanno scrupoli a vendere a chiunque.

Un invito a tutti voi: denunciate a Federcarrozzieri ogni abusivo o irregolare, mettete a disposizione di questa associazione gli elementi affinché sia Federcarrozzieri a denunciare presso le autorità preposte. La strage del Covid-19 come occasione di rilancio economico e morale.

Staff Federcarrozzieri