Alessio Maioli ci racconta del Consorzio Carrozzieri Italiani della Toscana nei momenti salienti dalla nascita ad oggi.

Riconosciamo strategie e intenti comuni che hanno caratterizzato un cammino parallelo fino a fondersi con quello di Federcarrozzieri. Dall’impegno sul territorio a quello nazionale: Insieme si è più forti.

Quando e per quale motivo è nato il consorzio carrozzieri italiani?

Il Consorzio Carrozzieri Italiani è nato nel 2010 per contrastare l’atteggiamento aggressivo delle Compagnie di Assicurazioni che iniziavano in quel periodo a mettere in atto un convenzionamento di massa in seguito allo sciagurato connubio fra indennizzo diretto e indennizzo specifico. Era il tempo in cui Auto Presto e Bene con la sua politica divise i carrozzieri come non mai e il Consorzio fece da argine almeno in questa zona alla sua definitiva diffusione. I primi incontri venivano fatti all’interno delle carrozzerie, poi il CCI si dotò di una sede propria.

Chi erano i soci fondatori e quali gli scopi del Consorzio?

I soci fondatori furono per lo più carrozzieri della zona di Fucecchio – Empoli, fra i quali mi sento di ricordare l’ideatore Moreno Fini e il primo presidente Alberto Bagnoli, che in quel periodo si erano riuniti per contrastare in maniera unanime la situazione. A loro si unirono anche molti carrozzieri del Pisano e via via tutte le altre realtà toscane. In realtà lo scopo di un Consorzio dovrebbe essere incentrato sull’aspetto commerciale delle attività comuni. Servirebbe ad avere una forza contrattuale maggiore per spuntare prezzi o condizioni migliori nell’acquisto di beni o servizi, piuttosto che farlo singolarmente. C’era però l’esigenza di sopperire, da parte dei riparatori che intendevano rimanere indipendenti, all’atteggiamento “neutrale” delle Confederazioni tradizionali, le quali si dicevano allora costrette a tutelare tutte le aziende, convenzionate o meno. Questo faceva sì che non si potessero pretendere da loro misure incisive per contrastare chi non voleva seguire la strada che poi si sarebbe rivelata un boomerang, quella appunto del convenzionamento.

Nacque così questo consorzio raggruppando circa 120 carrozzerie, principalmente toscane. All’interno dello statuto c’era (Art.10 punto i) un articolo che escludeva qualunque azienda fiduciaria di qualsiasi compagnia di Assicurazione. Da una parte era un modo per fare da argine a questa onda che stava montando e dall’altra era un modo per distinguerci in modo netto anche sul mercato, spiegando ai nostri clienti la convenienza di poter contare su aziende libere.

Quali sono state le battaglie che avete combattuto? Ne ricorda qualcuna in particolar modo?

Va da sé che per i motivi appena detti le nostre battaglie sono state sempre caratterizzate dalla difesa della nostra indipendenza. Abbiamo organizzato e partecipato a molti convegni sull’argomento in tutta Italia: Bologna, Genova, Torino, Napoli, Roma, Pescara, Biella, Padova, ecc.. Sicuramente uno degli incontri che ha avuto maggior successo fu quello di Fucecchio (FI) per contrastare l’art.29 “Cresci Italia” in cui una sala strapiena di carrozzieri indipendenti accolse molte personalità politiche per sensibilizzarle sul pericolo incombente di una decurtazione folle del 30% che avrebbe segnato la loro fine.

Il convengo che ricordo personalmente in maniera più nitida è comunque quello organizzato a Calenzano (FI) per promuovere la Carta di Bologna a maggio del 2015: “Carta di Bologna, Firenze raddoppia!”. Fu una gran fatica mettere in scaletta in una giornata tanti operatori del settore insieme a tante personalità politiche di primo livello e dell’associazionismo ma alla fine venne fuori un bello spot per la tutela dei diritti dei danneggiati e, di conseguenza, dei riparatori.

Si ricorda momenti salienti della vita del consorzio che vuole raccontarci?

Ne segnalerei due su tutti. Il primo riguarda un documento nato dal Consorzio Carrozzieri Italiani in collaborazione con il Consorzio Carrozzerie Artigiane che portavamo sempre a questi convegni. Per me resta l’opera più efficace del consorzio stesso: uno studio in cui si riassumevano gli adempimenti di legge necessari a svolgere un’attività di carrozziere e i loro costi medi. Questo dimostrava anche ai più ottimisti, che è letteralmente impossibile sostenere un’attività come la nostra scendendo sotto una certa soglia di marginalità. A meno che non si percorrano strade che non fanno parte della cultura di chi ama questo mestiere. Il secondo, ma non certo per importanza, è senz’altro l’iniziativa per aiutare i terremotati nelle Marche nel 2016.

Oltre ai momenti salienti ci tengo a ricordare gli altri due presidenti che si sono fatti carico di enormi sacrifici e responsabilità in questi anni, Gianfranco Servi e Oscar Zari. E’ giusto anche ringraziare i Colorifici che ci hanno sostenuto in questo lungo percorso, chi saltuariamente e chi convintamente dall’inizio alla fine perché consapevoli che le nostre battaglie erano anche le loro visto che servire un’azienda libera è molto più facile e più bello che servirne una con mille vincoli.

Come siete venuti a conoscenza di Federcarrozzieri?

Siamo venuti a conoscenza di Federcarrozzieri dal Blog IlCarrozziere.it. Fin dall’inizio ci è sembrata la naturale evoluzione a livello Nazionale di quello che noi come altri consorzi cercavamo di fare, con buoni risultati ma limitati, a livello locale.

Il nostro consorzio è servito a fare squadra a livello locale ma per pensare di arrivare ad avere una legge che ci riconoscesse i diritti come la attuale legge denominata DDL CONCORRENZA, noi da soli non saremmo andati da nessuna parte. Nelle sedi istituzionali non ci avrebbero dato nemmeno un appuntamento. Federcarrozzieri ha permesso di unire la nostra voce e renderla coesa con tutti gli attori del sinistro stradale facendo in modo che una nostra legittima richiesta diventasse parte integrante di un diritto ancora più importante: quello del danneggiato. E lo ha fatto avvalendosi di professionisti ai quali non si poteva chiudere la bocca concedendo il famoso piatto di lenticchie come accadeva in quegli anni decisivi con le confederazioni tradizionali.

Cosa vi ha fatto decidere di incontrare i fondatori di Federcarrozzieri? Ci racconta i primi incontri?

Il primo incontro con Federcarrozzieri ad essere sinceri non fu amore a prima vista perché era appena uscito un articolo sul blog un po’ critico verso i consorzi (“i consorzi nascono come funghi”). Al fine di chiarire la nostra posizione era necessario un incontro. Fu Andrea Tedeschi il primo a recarsi a Brescia per far capire che i nostri intenti erano comuni. Poi seguirono altri incontri e pian piano ci allineammo. Ci guardavano con diffidenza in tanti in quel periodo anche perché eravamo affiancati a un’azienda di Software e le nostre intenzioni potevano essere equivocate. Anche per questo in un secondo momento ne prendemmo le distanze, proprio per non far pensare ai colleghi che si volevano unire a noi che ci fossero fini commerciali.

Cosa pensa di Federcarrozzieri?

Di Federcarrozzieri penso tutto il bene possibile. Ha permesso alla categoria dei carrozzieri di continuare a fare il proprio mestiere innanzitutto, rispondendo a 3 attacchi legislativi (il primo ancora prima di esistere!) che ne minacciavano l’estinzione o la definitiva trasformazione in contoterzisti delle Assicurazioni. Inoltre ci ha messo a disposizione validi strumenti per esigere un giusto compenso attraverso la consapevolezza dei nostri diritti e del valore delle nostre aziende. Infine ha fatto sì che le energie di tutti quelli che si erano ritrovati a lottare per la propria indipendenza da soli o con pochi colleghi, non venissero più disperse ma trovassero finalmente una casa comune. Fra questi, c’è stato sicuramente il nostro Consorzio che ha avuto il piacere e l’onore di ospitare per primo Federcarrozzieri:

Dopodiché, per le sue finalità, il Consorzio è diventato superfluo: chi vuole rimanere indipendente oggi non deve più affidarsi a sindacati ambigui o alla buona volontà di tanti imprenditori che con il “fai da te” sono riusciti a fare anche troppo. Oggi esiste Federcarrozzieri, un’organizzazione strutturata, collaudata e preparata al suo fianco, capace di rapportarsi con i vari interlocutori in tutte le sedi competenti con estrema efficacia. E poi, come diceva il motto del nostro consorzio, l’unione è la nostra forza!

 

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