I “cannibali” delle automobili sono ladri specializzati nel rubare componenti di veicoli per rivenderli, sia in Italia che all’estero. Non si limitano più a sottrarre i cerchioni, lasciando l’auto appoggiata sui mattoni, ma si concentrano su parti elettroniche, fanali e sistemi di sicurezza come airbag e centraline. Questo fenomeno, ormai diffuso in tutto il Paese, è emerso anche a livello locale, come dimostrato dai furti di marmitte catalitiche e volanti, soprattutto su auto di lusso. Recentemente, l’incendio di cinque furgoni a Pontelagoscuro ha ulteriormente sollevato il sospetto dell’attività di questi criminali.

Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri, descrive il fenomeno come un problema noto e preoccupante: I pezzi più rubati sono spesso i più costosi, come airbag, cinture di sicurezza, centraline e fanali, che possono costare dai trecento ai tremila euro. Un proiettore rubato da duemila euro, ad esempio, può essere rivenduto a metà prezzo, offrendo un risparmio illecito per chi lo acquista. Tra i pezzi sottratti, non mancano anche elementi estetici e decorativi, rendendo il furto di auto un business molto variegato.

Esistono tre principali tipologie di furto. La prima riguarda i furti “su commissione”, dove un privato richiede un componente specifico per la propria auto. La seconda, più preoccupante, è legata alle carrozzerie non censite che operano nel sommerso. L’Italia, infatti, detiene il primato europeo per il numero di carrozzerie non registrate, dove i componenti rubati vengono installati illegalmente. Questo è un tema su cui come associazione spingiamo molto: servono più controlli, perché certi pezzi non possono essere montati da dilettanti, ma solo da officine che operano nella illegalità.

Infine, la terza tipologia di furto è connessa alla carenza di pezzi di ricambio. Galli spiega che alcune case automobilistiche non forniscono ricambi in tempi ragionevoli, spingendo alcuni a ricorrere all’illecito per ottenere le parti necessarie. In molti casi, i furti sono seguiti da incendi che distruggono ciò che resta del veicolo o della scocca. Questo permette ai ladri di eliminare eventuali tracce e forme di tracciabilità, rendendo impossibile risalire ai responsabili del crimine.

Questi incendi, spesso collegati a riparazioni non censite, rappresentano un ulteriore ostacolo nel contrasto a questo fenomeno dilagante, che richiede interventi più incisivi e controlli più rigorosi da parte delle autorità.

 

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