I numeri parlano chiaro: a giugno il mercato europeo dell’auto ha registrato una flessione del 5,1% nelle immatricolazioni rispetto allo stesso mese del 2024. Il primo semestre segna un calo più contenuto, appena sotto l’1%, ma la distanza dai livelli degli anni precedenti resta ampia, con un deficit del 19% sul totale del semestre.

In Italia la situazione è ancora più critica. Il nostro Paese chiude giugno con un crollo del 17,4%, il peggiore tra i cinque principali mercati europei. Le nuove auto si vendono sempre meno, anche a causa di un clima generale di incertezza economica, della lenta transizione verso l’elettrico e di una rete di ricarica ancora poco capillare.

Ma mentre le concessionarie rallentano, le carrozzerie tornano a essere protagoniste.

Con meno persone disposte o in grado di cambiare veicolo, cresce infatti la tendenza a mantenere in vita l’auto attuale. Questo significa più riparazioni, più manutenzione, più attenzione agli interventi estetici e funzionali. Il valore dell’auto usata torna centrale e il lavoro del carrozziere assume un ruolo sempre più strategico.

L’auto si ripara, non si cambia

Per anni la sostituzione frequente dell’auto è stata quasi una norma. Oggi invece la prudenza economica, la mancanza di incentivi realmente efficaci e l’incertezza sulla direzione del mercato (termico, elettrico, ibrido?) spingono sempre più automobilisti a prendersi cura del mezzo che già possiedono.

Ne deriva un aumento delle richieste per interventi di ripristino, verniciatura, lucidatura, riparazione delle plastiche, dei paraurti e dei cristalli. E anche piccoli danni da parcheggio o grandinate, che prima potevano spingere al cambio dell’auto, oggi vengono sistemati.

Un’opportunità per il settore

Questo scenario rappresenta un’occasione importante per le carrozzerie. In un momento di stagnazione per il mercato dell’auto nuova, il settore della riparazione può crescere, puntando su qualità, velocità del servizio e innovazione tecnologica. Chi saprà investire in attrezzature moderne, gestione efficiente dei ricambi e formazione del personale potrà intercettare la nuova domanda.

Meno vendite, ma più valore al parco circolante

Il parco circolante italiano resta tra i più vecchi d’Europa. Molti veicoli in strada hanno più di dieci anni. Questo significa un potenziale enorme per chi offre servizi di riparazione e manutenzione. La sfida per il futuro sarà accompagnare questa tendenza con un’offerta sempre più professionale, sostenibile e orientata alla qualità.

Il messaggio è chiaro: se si vendono meno auto nuove, il lavoro per chi le ripara può solo aumentare.