Truffe Rca. Ivass: un arbitro che ti nega 100 rigori e fa casino per una cervellotica punizione a centrocampo

Negli scorsi giorni, l’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) ha piazzato sul proprio sito un comunicato che ha a che fare con le truffe Rca. L’Authority dice cose giuste, in quella nota. Il fatto è che entra in un campo minato: il risarcimento diretto. Una materia complessa e articolata, roba da burocrati che passano la notte a costruire regole complicatissime per rendere la vita difficile a tutti. In estrema sintesi, l’Ivass sostiene che le compagnie assicuratrici diano i rimborsi ai propri clienti danneggiati, con la convinzione di guadagnarci. In che modo? Per esempio, risarciscono 1.000 euro, hanno in cambio 3.000 euro in Stanza di compensazione dalla compagnia del danneggiante, e ci ricavano 2.000 euro. Ecco perché non stanno troppo a vedere se il sinistro è una truffa, se è avvenuto realmente, se la richiesta è legittima. Alimentando il circolo vizioso delle frodi e dei rincari Rca, proporzionati agli incidenti.

Ma allora, se il comportamento delle compagnie è scorretto; se le assicurazioni non combattono le frodi; se l’Ivass richiama le compagnie a un comportamento pulito e trasparente; che cosa diavolo vogliamo noi con quest’articolo sul blog ilcarrozziere.it? La risposta ve la diamo utilizzando una metafora calcistica. Digeribile anche da chi il gioco del calcio lo detesta o lo ignora.

L’Ivass è l’arbitro. Infatti vigila. Le assicurazioni sono una squadra. Mentre dall’altra parte c’è la squadra composta da danneggiati, carrozzieri, legali. Le assicurazioni picchiano l’altra squadra per 90 minuti. Causano 100 falli da rigore. Dovrebbero finire la partita in sette per via di entrate violente. L’arbitro non vede. Diciamo che non è in malafede. Semplicemente, non riesce a vedere. Gli sfugge tutto. Poi, d’un tratto, ecco il fischio dell’arbitro. Per un rigore, finalmente? Per un’espulsione sacrosanta? No: per un fallo a centrocampo, che deriva da un arzigogolato comma di un pasticciato articolo del regolamento del calcio.

Fuor di metafora, i rigori e le espulsioni non viste dall’Ivass si chiamano “gravi infrazioni” commesse dalle assicurazioni; ritardi nei risarcimenti; sanzioni mancanti per comportamenti scorretti e illegali delle compagnie verso danneggiati, carrozzieri, legali; clausole illecite nei contratti Rca che passano inosservate; scandali giganteschi che riguardano i colossi assicurativi e che non sono monitorati. Inoltre, mentre l’Antitrust (competente in materia) dorme e propone clausole dal sapore vessatorio nei contratti Rca, l’Ivass potrebbe (anzi dovrebbe) fare un’azione di “moral suasion” per contrastarle.

Non solo. Parliamo un po’ di risarcimento in forma specifica e cessione di credito. Ogni volta che la politica cede alle lusinghe delle compagnie, inserendo di soppiatto quelle clausole in qualche decreto o disegno legge, l’Ivass si schiera dalla parte delle imprese. Un arbitro che, dopo aver negato 100 rigori solari, vuole anche regalare un paio di gol di ingiusto vantaggio alle assicurazioni.

Un’altra nostra opinione. L’Ivass è un arbitro che trascura il parere di altri arbitri autorevolissimi: i giudici. Che non possono cambiare le regole (questo compito spetta ai legislatori), ma generano sensibilità e il giusto orientamento per una corretta tutela degli assicurati e dei danneggiati. Tante sentenze ormai vanno in contrasto con la pigrizia dell’Ivass. Nei tribunali, vengono smentite le funamboliche iniziative dell’Istituto di vigilanza.

Un Ivass di questo genere è dannoso per il settore Rca. È fuorviante. Sposta (involontariamente, l’arbitro è in buona fede, come sempre in Italia) l’attenzione su aspetti della Rca che hanno un peso specifico bassissimo. Lanciamo un messaggio a voi che ci seguite sempre più numerosi: nel 2016, Federcarrozzieri cavalcherà l’onda del 2015. Saremo qui a scovare le storture del sistema. Con molto concretezza: chi necessita di Ossigeno, visiti la nostra pagina dedicata a Oxygen.