Azienda insalubre: che parolaccia è? Facciamo un esempio semplice, per capirci subito. Sono un imprenditore con un bel giro d’affari. Non assumo nessuno. Non rispetto le normative sul lavoro, sulla sicurezza, sulla qualità delle riparazioni. Inquino, sporco, maltratto l’ambiente. Faccio in nero e incasso quattrini.

Magari, tanto per darmi un contegno, sono convenzionato con una o più compagnie. Non mi smuovo di un millimetro: non cerco clienti, perché arrivano dalle assicurazioni, grazie alla canalizzazione. Sono una sorta di brontosauro molesto, che insozza e sudicia. Faccio i soldi? E ci mancherebbe pure! Ma questo non significa essere in regola: azienda insalubre ero, e tale resto.

Quelle aziende insalubri fanno una concorrenza ancora più sporca di quanto siano loro. Da una parte, chi non rispetta le regole è snello e veloce; dall’altra, chi rispetta le regole è penalizzato, lento, affaticato.

Tutte le carrozzerie insalubri non dovrebbero trovare spazio in Italia. Né tantomeno essere associate ai sindacati dei riparatori, alle confederazioni. Che si ispirano a princìpi quali l’etica professionale e umana. Da esterni, Federcarrozzieri si permette di rivolgere un umile invito ai sindacati: è ora di fare le pulizie d’autunno. Salvaguardando invece le aziende salubri.