La recente circolare n. 01/2025 emanata da FSI – Federperiti Servizi Innovativi – solleva interrogativi seri e legittimi sul ruolo e sull’indipendenza del perito assicurativo. Dietro un’apparente comunicazione tecnica si cela un cambio di paradigma che non possiamo ignorare: l’introduzione di “premi” per i periti legati non alla qualità del loro lavoro, ma alla capacità di contenere i costi per le compagnie.
Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri, prende posizione con fermezza e chiarezza, denunciando una deriva pericolosa per il settore della riparazione auto, per l’indipendenza della perizia e, soprattutto, per i diritti degli automobilisti.
Riportiamo di seguito il suo intervento integrale, affinché ciascuno possa farsi un’idea concreta della posta in gioco:
C’è una circolare, la n. 01/2025 di FSI – Federperiti Servizi Innovativi, che non possiamo ignorare. In apparenza è un semplice documento operativo, ma in realtà è l’ennesima prova, nero su bianco, di ciò che denuncio dal 2008 e che Federcarrozzieri porta nelle sedi istituzionali dal 2012: il perito assicurativo non è più indipendente.
Nel documento si annuncia che VERTI premierà i periti che raggiungono determinati “target”. Non parliamo di qualità tecnica, precisione o imparzialità: i premi si basano sul contenimento dei costi del sinistro, sul numero ridotto di ricambi sostituiti, sui tempi di restituzione rapidi, su percentuali di “negativi” sotto una certa soglia.
In pratica: meno ricambi metti, più veloce sei, meno costi generi… più guadagni.
È questo il concetto di perizia? È questo il ruolo del perito, nato per garantire un’equa valutazione del danno, nel rispetto dell’automobilista e della sicurezza del veicolo?
In questo scenario, il perito non è più un tecnico terzo. È un “provider”, come lo chiama la stessa circolare, un soggetto integrato nella catena di contenimento dei costi dell’assicurazione.
Un controllore della spesa, non un valutatore del danno.
È un modello pericoloso, che va denunciato e contrastato.
Federcarrozzieri continuerà a battersi per la libertà di scelta dell’automobilista, per la riparazione a regola d’arte, per la trasparenza nella gestione del sinistro. E lo farà anche in difesa dei tanti periti onesti, che ogni giorno si trovano stretti tra pressioni, target, e tabelle di riferimento che nulla hanno a che vedere con la sicurezza stradale.
L’indipendenza non si misura in percentuali di risparmio.
L’indipendenza non si compra con un bonus.
Davide Galli
Presidente di Federcarrozzieri
Vedo con piacere che i riparatori si preoccupano molto dell’indipendenza e della professionalità del perito assicurativo nonostante, negli anni abbiano fatto di tutto per tentare di cancellare quella figura che metteva in discussione il loro operato. E’ dei riparatori la proposta fatta alle Compagnie di pagarli sulla scorta della sola fattura e di non utilizzare i tecnici che, a loro dire, non servivano ad alcunchè. Orbene con la proposta di incrementare le riparazioni invece delle sostituzioni, si va verso il riconoscimento della professionalità e preparazione del perito assicurativo. Certo al riparatore fà più comodo un tecnico che prenda atto della lista della spesa, non fa certo comodo il discutere con un tecnico se riparare o sostituire. Ma questa critica al perito vuol forse nascondere il fatto che il riparatore abbia paura di esser giudicato dal perito sulla qualità della riparazione ? ammesso e non concesso che la sappia ancora fare. La sostituzione, in futuro, potrebbe essere anche fatta anche da robot, la riparazione certamente no, se la si sà fare.