Articolo pubblicato su Car Carrozzeria
Scritto da: Stefano Mannacio
LIBERIAMOCI DAI VINCOLI
La crisi come opportunità?
In tempo di crisi, le piccole medie imprese artigiane si devono interrogare su una moltitudine di aspetti che una azienda di dimensioni medio grandi riesce a risolvere con risorse interne. E’ la prima volta che vi sono concreti segnali di una recessione economica prolungata e che, stando alle proiezioni dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), la ripresa ripartirà solo nel 2014 e non sarà comunque in grado di compensare a breve la perdita di reddito che il nostro paese ha avuto negli ultimi quattro anni. Molte piccole medie imprese che lavorano nel mercato domestico hanno la sensazione di dover impiegare più risorse nell’amministrazione, che è “lavoro morto”, senza trovare il tempo trasformarla in “gestione” che, al contrario, è “lavoro vivo”. E’ una sensazione errata dovuta al fatto che quando il lavoro redditizio cala i costi fissi o di struttura (amministrativi e contabili) emergono e, in alcuni casi, sono una minaccia per la tenuta complessiva dell’azienda.
L’impresa non si gestisce da sola.
Il passato, per le piccole aziende artigiane, era, in tempi di crescita, inserito in un contesto in cui l’accesso al credito, per quanto costoso potesse essere, era più facile: la domanda era stabile e consentiva utili senza prendere troppo in considerazione la cassa, le dinamiche di magazzino, i prezzi di mercato, i fattori di marketing, i costi. Pensiamo al giro di affari delle imprese che lavorano con appalti pubblici. Per loro non era poi così importante essere pagate tempestivamente perché le banche le consideravano clienti con crediti di un debitore solvibile. La rottura traumatica di tale circuito ha creato una catena di chiusure e drammi che hanno avuto l’attenzione della cronaca.
Qualche dato
Pensare all’impresa che va da sola è legittimo per un carrozziere che lavora in un in un paese che conta un parco circolante di 48 milioni di automobili a fronte di poco più di 60 milioni di abitanti. Però, in dodici anni, la frequenza sinistri è calata di oltre il 38% (quasi un milione di sinistri in meno rispetto al 2000) con un picco, nell’ultimo anno, di quasi il 12%! I dati riportati, di fonte assicurativa, potrebbero peraltro essere sovrastimati a causa di alcuni aspetti “tecnici” dovuti al consolidamento della procedura di risarcimento diretto.
ANIA – Assicurazione Italiana 2002/2003
ANIA – Focus RC Auto n° 21 Aprile 2012
L’impresa basata sulla conoscenza.
La Teoria dei Vincoli è stata elaborata da un fisico, Eliyahu Goldratt, ed è diventata uno dei modelli di controllo di gestione che cerca, per quanto è possibile, di valorizzare i comportamenti umani per far funzionare quell’organismo complesso di relazioni e rapporti che è l’impresa.
Il metodo serve a quelle imprese che hanno bisogno di:
- migliorare l’efficienza produttiva,
- ridurre i tempi di consegna,
- risolvere i conflitti interni ed esterni,
- snellire i processi decisionali,
- affrontare il passaggio generazionale,
- riorganizzare i servizi.
Le carrozzerie del futuro, per attrarre clientela, potranno, per esempio, trovare quale chiave strategica di successo la riduzione dei tempi di consegna delle vetture oppure, se indipendenti, nello strutturare o “acquistare” un servizio qualificato di gestione dei sinistri. Dovranno affrontare il tema del passaggio generazionale e risolvere conflitti interni creati dalla riduzione di lavoro e dalla mancanza di una leadership in grado di gestire i momenti difficili. Il consulente per le piccole medie imprese può essere costoso se l’impresa non chiarisce al proprio interno quali sono i “colli di bottiglia”. Per trovarli l’impresa deve passare da una struttura basata prevalentemente sulla esperienza maturata nel passato ad una basata sulla conoscenza. Non è uno slogan ma la chiara presa di coscienza che l’uso pragmatico della conoscenza di tutti, dal titolare all’operaio, esterna ed interna, proveniente anche da altri settori, è un metodo per portare l’azienda ad essere capace di stare al passo con i tempi.
Il baseball, la sabermetrica e i vincoli
Un primo consiglio: una impresa basata sulla conoscenza dovrebbe leggere qualche pagina apparentemente astrusa relativa alla Sabermetrica (che deriva dall’acronimo SABR – Society for American Baseball Research). Il baseball è uno degli sport più complicati e l’elaborazione statistica usata dalla Sabermetrica sfrutta una metodologia molto semplice che potrebbe essere tradotta con il detto “usare tutta la conoscenza che c’è” per fare le migliori analisi predittive possibili. Le statistiche possono essere utili, infatti, se si sanno fare buone domande. E la domande che si deve fare l’imprenditore in questo caso sono: “dov’è il mio vincolo?”, “come posso liberarmene”?
Le variabili in gioco nella teoria dei vincoli.
Ecco gli elementi su cui focalizzarsi:
Fatturato: Quanto i clienti vi hanno già pagato.
Investimento: Misura quanti soldi spendiamo per procurarci i mezzi per produrre.
Spesa operativa: Quanti soldi spendiamo per mantenere il sistema in funzione
Profitto netto = Fatturato – Spesa operativa
ROI (ritorno sull’investimento) = Profitto netto / Investimento
Le politiche per il miglioramento sono semplici. Per andare avanti la ricetta migliore sarebbe: aumentare fatturato, ridurre gli investimenti e ridurre la spesa operativa.
Facile a dirsi, difficile a farsi.
Identificare il vincolo del sistema:
Qui è la parte più originale dell’analisi: ogni sistema aziendale ha un vincolo (uomo, macchina, metodo, squadra) che determina il fatturato dell’intero sistema. Il collo di bottiglia è il punto dove il vincolo si manifesta. Se si vuole rendere la catena più forte bisogna quindi rinforzare l’anello debole. Spesso si fa il contrario, si identifica un anello debole e lo si lascia alla deriva concentrandosi sulle cose che già funzionano. Questo fa parte di una concezione sbagliata sia dei comportamenti umani che della logica di una azienda.
Vincolo – Collo di Bottiglia – Theory of Constraints (Borra- Turconi)
Come si riconosce un collo di bottiglia?
Il carrozziere lo può identificare da un processo che porta il singolo o il gruppo ad essere
- sempre occupati;
- con pile di lavoro accumulate davanti;
- con persone o macchine a valle che hanno tempo libero o sono spente.
Il problema grosso nasce quando il collo di bottiglia è l’imprenditore stesso. Quando si dice che il capo è un “accentratore” in realtà è un “collo di bottiglia”. Se molte imprese artigiane oggi sono alle prese con una redditività asfittica è perché tale realtà non può essere percepita da chi deve sostanzialmente auto-giudicarsi.
Come si fa a liberare il vincolo?
Liberare vuol dire, in sostanza, cercare di far passare più lavoro possibile attraverso il vincolo liberandolo da sprechi e frizioni. Anche qui una serie di suggerimenti che potrebbero capovolgere la mentalità aziendale.
Infatti bisogna cercare di fare in modo che il vincolo:
- sia concentrato su un compito prioritario, quello che crea maggiore valore;
- sia attivo;
- elimini le attività non generative di profitto;
- non perda tempo a cercare informazioni o materiali;
- minimizzi i tempi di attesa nel processo produttivo.
Se è l’imprenditore, abbia il coraggio di delegare e di non avere una coda di dipendenti che chiede consiglio.
Subordinare tutte le decisioni al collo di bottiglia:
Se tutta l’impresa deve concentrarsi sul vincolo bisogna fare in modo che chi lavora a monte fornisca al vincolo il miglior materiale di lavoro possibile, anche intellettuale, in modo da portarlo e chi lavora a valle si assicuri che non vi siano sprechi. E’ inoltre importante sincronizzare i tempi aziendali su quelli del vincolo. Lavorare per soddisfare il collo di bottiglia significa ritagliarsi del tempo libero che può a quel punto essere usato per aiutare il vincolo o per dedicarsi, per esempio, al miglioramento del processo.
Elevare il collo di bottiglia
Quando non si riesce a migliorare l’organizzazione allora bisogna cercare di elevare le prestazioni del collo di bottiglia. Spesso significa dover valutare l’acquisto di un nuovo macchinario o l’assunzione di nuovo personale.
Ripetere tutto da capo:
Ogni volta che si riesce ad ottenere un miglioramento questo andrebbe misurato. Ottimizzato un collo di bottiglia se ne presenterà senz’altro un altro. Le imprese senza vincoli e colli di bottiglia non esistono, fa parte della natura delle aziende avere dei processi fluidi e dei processi che ne rallentano altri.
Conclusioni
Questa teoria si è affermata nel mondo anglosassone e ha contribuito al miglioramento delle performances aziendali di imprese complesse come General Eletrics. La prima sensazione del lettore è che si tratta di cose ovvie. Nell’organizzazione aziendale niente è ovvio, c’è sempre spazio per il miglioramento. Riflettere pertanto sui processi con la prospettiva di trovare colli di bottiglia e sincronizzasi al loro ritmo non è banale e può modificare le domande da porsi per recuperare redditività e trovare risposte utili per fare scelte razionali. Un po’ di umiltà e di volontà di continuare a voler avere una azienda profittevole e i “colli di bottiglia” si trovano e si risolvono.
Quando il collo di bottiglia sono le banche che ti chiedono il rientro dei fidi e le assicurazioni che ritardano i pagamenti, come vai a valorizzarle?
Mirella
Bravo Stefano veramente un bell”articolo peccato che sembra quasi voler dimostrare una incapacita dei carrozzieri artigiani a non essere capaci a stare al passo con i tempi e cio parzialmente e anche vero,comunque non sempre i colli di bottiglia sono all’interno delle nostre attivita ma ci vengono costruiti ad arte (VEDI ASSICURAZIONI COMPLICAZIONI SU CESSIONE DI CREDITO) per tenerci occupati in maniera che non ci rimanga molto tempo per attuare o studiare strategie che possano servire a fermare o rallentare lo strapotere assicurativo.Per finire rinnovo come gia detto altre volte L’Ipotesi di gettare le basi per essere noi stessi promotori assicurativi / o assicuratori dei nostri clienti questo ricreerebbe un equilibrio di mercato che e venuto a mancare Cordiali Saluti Bruno Bruni della B&B snc di Civita Castellana VT
MIMMO
Saluti a tutti i Colleghi e buone feste a tutti,riallacciandomi al discorso di Mirella che le Assicurazioni perdono tempo per il pagamento dei sinistri, cio’significa che dopo aver fatto il lavoro con dei costi della nostra tasca, dobbiamo aspettare che i signori liquidatori delle assicurazione ci fanno pervenire il nostro onere, quindi aspettare.
Io suggerirei a questo punto di dare tutte le pratiche a dei legali che ci rapresentano per il
seguito della pratica dall’inizio alla fine,per uscire da quel collo di bottiglia, come a scritto Stefano Mannaccio, per sta a vederere nel tempo come si comportano i signori delle compagnie, dopodiche’ la crisi e crisi, vedi tutti gli industrali, dobbiamo aspettare che passiamo le rapide per arrivare al letto del fiume
il problema e’ un altro e come sempre in questo stato di gamberi non si tiene conto della reale mansione di ognuno di noi ma invece bisogna diventare dei tuttologi.
io personalmente pensavo di essere un carrozziere e una volta ti insegnavano un mestiere……….
adesso che mestiere stiamo facendo? io personalmente carrozziere non lo sono piu’ e quando mi chiedono cosa faccio per vivere,la risposta che do è ……… risolvo i problemi agli altri!
in questo stato di gamberi devi essere artigiano, commercialista, contabile, economo,addetto marketing, consulente,un po anche avvocato di te stesso e degli altri,parafulmine e anche un po’ paraculo altrimenti il c.ulo te lo rompono……. mi riesce difficile dire che non bisogna essere accentratori quando per lavorare devi fare mille cose e non puoi delegarle altrimenti i produttivi sarebbero la meta’ degli improduttivi………
in un paese di non gamberi IO SAREI UN CARROZZIEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Prima di tutto colleghi tanti auguri di Buone feste, tante belle cose anche a tutti i miei concorrenti.
Non voglio metterla in politica, ma analizzando i fatti, altro che collo di bottiglia qui ci vorrebbe una diga per risolvere qualcosa .
Ma… di chi è la colpa ?
La colpa è di noi tutti. Nel nostro caso noi artigiani carrozzieri, di quello che sta accadendo nel nostro paese gl’Italiani.
Gl’ Italiani da centinaia d’anni hanno la memoria corta, anche noi carrozzieri.
Non vi ricordate del CAF….. L’Italia da bere ……tutti felici perché le banche pagavano il 15% .
Vi ricordo che ora stiamo pagando le conseguenze.
Gli Italiani hanno poca memoria, noi carrozzieri pure.
Senza andare lontano nel tempo tre o quattro anni fa, quando le compagnie hanno cominciato a capire che noi carrozzieri siamo Italiani, cioè, invidiosi, gelosi, e di poca memoria.
Hanno applicato le qualità di noi carrozzieri, hanno cominciato a cercare e a promettere, hanno pescato, lo stanno ancora facendo, mi meraviglia che a cadere nella rete sono gli artigiani carrozzieri, aggiungo quelli che si sentono anche imprenditori, quelli per capirci con strutture da
4 o 5 a 20 dipendenti e oltre se ce ne sono, quelli… che ci faranno morire, come succede nella grande distribuzione.
Ma attenzione,tanto per tenere accesa la memoria vi ricordo che loro le compagnie, hanno gia cominciato, sono gia in politica, ci sono gia nelle banche, con il nostro sudore stanno gia studiando le carrozzerie, con le flotte fanno lavorare i carrozzieri imprenditori a 20euro all’ora, il prossimo passo acquisteranno le carrozzerie.
Se ci sarò ancora vedremo fra qualche anno come andrà a finire.
.
ll Sign. Mannacio dice; Liberiamoci dai vincoli, Eleviamo il collo di bottiglia, Ripetere tutto da capo.
Io la vedo in questi termini, forse è troppo tardi perché l’invidia e la gelosia degli Italiani carrozzieri ormai c’è l’hanno nel DNA e a peggiorare le cose hanno pure la memoria corta.
Non voglio essere troppo pessimista spero che ci sia ancora qualche Artigiano Carrozziere,qui mi associo al collega Luca smettiamola di fare troppe cose facciamo quello che sappiamo fare e come dice Mimmo facciamo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune, facendo questo forse qualcuno verrà preso come esempio.
Grazie per l’attenzione.
ridurre i tempi di consegna significa metterci di meno a riparare le auto. E invece, grazie alle tariffe di manodopera sempre più al ribasso finisce che noi per far quadrare i costi tendiamo sempre piu ad aumentare i tempi di lavoro e quindi a tenere più a lungo le auto ferme in carrozzeria con conseguente aumento dei costi anche per via del fatto che le auto sostitutive rimangono al cliente più giorni di quelli che sarebbero necessari.
Le assicurazioni e le flotte che impongono tariffe di manodopera sottocosto sono miopi: pensano di risparmiare, e invece istigano alla truffa e all’illegalità. Miopi e stupidi! Immersi nei loro conti puramente finanziari, dovrebbero alzare il culo e andare a vedere come si riparano le auto, prima di stabilire convenzioni che la maggior parte di noi firma solo quando muore di fame.
Salvatore, Intanto auguro a tutti buone feste e sopraatutto di buona salute detto cio’ leggendo l’articolo e i commenti mi sento di esprimere il mio punto di vista sicuramente sbagliato.
o l’impressione che noi carrozzieri o imprenditori come ormai ci classifichiamo siamo molto attenti ad analizzare i sassolini e a trascurare le montagne che sono sempre piu grandi,mi spiego meglio.
vogliamo ottimizzare tutti i costi i processi per cercare di avere piu’ rendito va benissimo.
ma vedimo la cosa sotto un altro punto di vista.
tutti noi sappiamo, che ha pagare il nostro lavoro per fortuna e il cliente quado a torto e la compagnia di assicurazione quando ha ragione.
facciamo un passo in dietro e ricordiamo che nel passato non tanto lontano quando un cliente subiva un danno si rivolgeva alla compagnia di controparte per essese risarcito del danno subito, come tutte le logiche di chi rompe paga.
oggi sulla base di nuove tipologie moderne il danneggiato si rivolge alla sua compagnia, sin qua tutto bene?????.
vediamo che cosa e successo dopo qualche anno dall’aplicazione di queste nuove tipologie.
automobilisti spaventati di fronte un danno dove anno la colpa si fanno carico di pagare di persona cifre che superano anche i mille euro—- FRANCHIGGIA OCCULTA——–
i periti nominati a valutare il danno da risarcire chi sa perche’ anche se ALBITRI liberi professionisti sono sempre piu in difficolta’alla giusta valutazione esprimendo concetti che a dir poco imarazzanti se detti a operatori del settore .MA PREFERISCONO PARLARE CON L’AUTOMOBILISTA SPESSO PROFANO giustificando con abilita’ l’eventuale differenza
di importo formulata dal propio carrozziere di fiducia tanto da indurlo a dubbio di chi si deve fidare. — BUONA LA MOSSA DELLA TRATTATIVA TRA PROFANO E PROFESSIONISTA—-
i pagamenti vengono fatti preferibilmente in mano all’automobilista che in tempo di crisi e piu
allettato .
vediamo i risultati di questa nuovo metodo di risarcire i danni.
1) AUTOMOBILISTI SPAVENTATI —– FRANCHIGE OCCULTE—-
2) DANNI NON SENPRE RIPARATI — SICUREZZA DELLA CIRCOLAZIONE OPINABILE—-
3) DANNI RIPARATI AL RIBASSO —– NON SEPMRE CORREDATI DI FATTURA INCENTIVAZIONE AL LAVORO NERO—–
LE MIE COSIDERAZIONI:
visto che siamo attenti ne valutare tutte le are critiche dei nostri processi produttivi ottima
manovra, che ne dite di UNIRCI E FARE SQUADRA e divulgare a tutti glia automobilisti onesti questo punto di vista .
che ne penzate di far controllare degli organi competi gli uffici sinistri di dove finiscono tutti gli importi consegnati a mano degli automobilisti con la dovuta documentazione.
che ne penzate di proporre il pagamento del risarcimento del danno dietro fattura di riparazione come tutti i movimenti di denaro in Italia a partire del caffe al bar.
sono sicuro che se riusciamo a far rispettare le regole che noi siamo costretti a rispettare ,
all’automobilisti prima e poi alla compagnia che incassa una polizza per quando succede un evento che ci vede cinvolti ,potremmo tornare ad assere carrozzieri ,ma sopra a tutto una categoria da rispettare dopotutto la mobilita’ siamo noi a garantirla.
mi scuso per tutti gli errori che ho potuto fare nel scrivere ,pultroppo sono piu brovo a riparare . ma spero di aver trasmesso il mio punto di vista.
saluti. Salvatore.
Sabato mattina è venuto nella mia carrozzeria un collega di un altro paese, per un danno che avevano fatto ad un mio cliente. Parlando di lavoro, scopro che non sono non ha mai sentito parlare del consorzio del viterbese, ma non ha ne mai sentito parlare ne del blog, ne tantomeno della Federcarrozzieri. Io credo che non solo dovremmo noi tutti dare informazioni ai clienti, ma bisognerebbe anche cercare e comunicare con i colleghi che magari non sono a conoscenza di tante cose. Esempio, se non venivano dei colleghi da Grosseto, io stesso non credo che avrei mai scoperto il forum e blog. Bisogna cercare d’informare tutto e tutti. Anche telefonicamente, cercare di fare riunioni o semplici cene tra colleghi. Anche se non si va d’accordo col vicino, togliamo i pregiudizi, non è più da farli. Magari lo facciamo chiamare da un’altro, ma tutti dobbiamo scambiare opinioni, socializzare e stringere rapporti. Il collega ha detto che ero ben informato su tante cose, e che bisognava che un giorno mi sarebbe venuto a cercare.
Andrea spero tanto per te che ti venga a trovare il tuo collega . io sto invitando a parecchi colleghi a iscriversi alla federcarrozzieri , ma per adesso mi hanno fatto solo promesse .quando si creo’ mio carrozziere durante una riunione in una pizzeria mio figlio si porto’ il pc portatile per farli vedere la realta delle cose che la federcarrozzieri stava facendo per noi indipendenti ,ma comunque lo seguono sporadicamente . ma figurati per iscriversi .
buongiorno e buone feste a tutti
Trovo molto giusto quanto scrive il dott Manaccio ma…………….
ma difficilmente applicabile a breve al lavoro del carrozziere.
mi spiego meglio e con crudezza: come si fa ad applilcare alle carrozzerie strategie giuste ma forse troppo sofisticate,quando una grande maggioranza non sa ancora quanto gli costa un’ora di lavoro. e poi il nostro problema piu’ grande e’ che lavoriamo per un soggetto ma paga un altro.
Non pratichiamo un lavoro sempre uguale e ripetitivo. e’ sempre un cambiamento continuo, e voglio buttare una pietra nello stagno : se il carrozziere fosse privo di fantasia sarebbe gia’ morto.
Alcuni conoscono il collo della bottiglia, ma per afferrarla megio e cercare di dimenticare i problemi. Sara’ un processo lungo e doloroso, il carrozziere e’ un povero in tutti i sensi ( ovviamente generalizzo per esprimere un concetto) mentre le assicurazioni son ricche ,anche loro in tutti i sensi. quando si tratta di interessi sono unite nelle strategie, noi no.
ognuno di noi e’ piu’ bravo del collega………e cosi’ non puo’ continuare. E butto un’altra pietra
Se non puoi battere un nemico , vedi di allearti.
Il discorso e’ lunghissimo ma perlomeno abbiamo iniziato a parlarne
“liberiamoci dai vincoli”…….. titolo bellissimo!
Se trovassimo il coraggio di liberarci dai vincoli del fiduciariato potremmo avere il POTERE di cambiare le cose!!
Non lasciamo fare alle assicurazioni ciò che vogliono:
l’anno scorso l’art. 29 per poi arrivare ad oggi con la richiesta di abolire la cessione del credito!!
Se queste dovessero spuntarla, ahimè, diventeremmo AUTOMATICAMENTE tutti fiduciari, così
finirebbe anche la disputa per i clienti poichè le compagnie non avrebbero più il pensiero di dove incanalare il lavoro, visto che si andrebbe a finire per lavorare tutti quanti al ribasso e solo a vantaggio delle compagnie stesse !
Tanti saluti e buone feste a tutti quanti!!
Flavio
Salvatore, Carissimi colleghi leggendo i commenti non posso non notare che parliamo sempre di compagnie di assicurazione e di dove portano il lavoro, ma le compagnie di assicurazione non sono quelle che vendolo le polizze e assicurano il pagamento in caso di sinistro per conto del cliente che le paga, se cosi e’ non ritenete opportuno che ci occupamo in po del cliente che paga la polizza e che e’ anche il propietario dell’auto. non e’ i caso di informare il cliente con strumenti a taratura nazionale dei suoi diritti in caso di sinistro. se le compagnie che sono un numero nettamente inferiore alle carrozzerie riescono a comunicare con il cliente tanto da decidere loro dove riparare l’auto che devono pagare dico devono sono loro molto brave o noi disattenti, forse sarebbe il caso che sintonizziamo la frequenza sull’ostessa linia per diffondere che l’automobilista e’ propietario dell’auto e ache dei suoi soldi.
che ne penzate?
Per salvatore , sono d’accrdo con te di informare i nostri clienti a livello nazionale ,ma il problema e come fare ? .se vogliamo autotassarci io sono anche pronto ,si potrebbe fare come si e fatto con il cid per avere un idea di quanti carrozzieri aderiscono e cosi avremmo anche un idea della spesa che dovremmo affrontare.
L’articolo è bellissimo e forse si potrebbe anche attuare, ma ci vorrebbero degli esperti che analizzassero imprese per impresa o perlomeno istruire una persona all’interno dell’impresa a fare questo tipo di analisi. Ma noi stiamo dimenticando che siamo dei semplici carrozzieri e sappiamo fare soprattutto il lavoro manuale? assumere del personale specializzato ci farebbe solo aumentare i costi!
Roberto ha detto cose giuste, in merito alla ricchezza dei metodi delle assicurazioni e alla pochezza delle ns. strategie.
IL NS. MALE E’ CHE SIAMO DIVISI – CI DOBBIAMO DARE DELLE REGOLE (TARIFFE E ORARI ONESTI E GIUSTE ) E SOPRATTUTTO NIENTE FIDUCIARI – DOBBIAMO TUTTI LAVORARE!