Pubblichiamo integralmente la lettera del collega Gianni Tassinari, carrozziere dal 1949.

Inoltre vi segnalo questo video di un’intervento del collega Gianni al convegno :

“Gli automobilisti, quanta conoscenza hanno dei propri diritti di assicurati RCA?”

 FIDUCIARIETA’ O INGANNO DI SE STESSI

Siamo perfettamente a conoscenza che, da soli, non possiamo avere un reale potere di contrattazione con le Compagnie d’Assicurazione. Quindi cosa è accaduto nelle menti di  tanti colleghi, per accettare singolarmente la sottostima del proprio lavoro?

E’ possibile individuare le attenuanti, a questi apparenti cedimenti, in parte alle notizie diffuse dai mass-media sul crollo della nostra economia nazionale, (dico apparenti perché molti sperano in altre opache forme, di rientro del dovuto). E’ evidente che il clima che si è generato ha alzato notevolmente, negli imprenditori, il livello di stress già molto elevato: a causa delle note difficoltà di questa incerta attività, (incertezze che “l’usa e getta” di moda non ha certo migliorato)

Sotto stress, come affermano gli studiosi, la nostra capacità di rispondere in modo razionale è decisamente sminuita, perché avvengono dei cambiamenti significativi nella struttura stessa dei circuiti nervosi della nostra mente. Queste parti, che danno una prospettiva motivazionale alle conseguenze delle nostre azioni, tendono in uno stato così stressato a presentarcele come unica soluzione. Ma sono soluzioni “istintive” che comportano uno spostamento del “controllo aziendale” sulle minuzie più facilmente gestibili, come per esempio, ad accogliere lavoro a qualsiasi condizione economica.

Questo comportamento di “auto-inganno” fa si che ci si concentri sui dettagli, o su incassi immediati, ma deleteri per il bilancio aziendale, piuttosto che sul problema in generale: si guarda l’albero, mentre la foresta è in fiamme. Insomma, in situazione di crisi come l’attuale, sia a livello individuale che collettivo, a molti carrozzieri, le azioni e i provvedimenti facilmente realizzabili, come la sottomissione alle Compagnie, appaiono come l’unica via d’uscita da una situazione difficile. In realtà, quella veramente autentica, la soluzione più efficace e razionale consisterebbe nell’ignorare momentaneamente le rivalità, ripristinare le antiche regole del gioco, e fronteggiare insieme ai colleghi il problema centrale: l’aggressione all’autonomia imprenditoriale artigiana, alla libertà, (la foresta in fiamme).

Tenendo ben presente che quando lo stress raggiunge certi livelli, la mente è estremamente appannata. La percezione di eventi stressanti, come è noto, è un fatto soggettivo, c’è chi ne è sconvolto e chi invece è in grado di reagire. L’aver avuto esperienze di lavoro dipendente è stato per molti di noi oppositori, di grande aiuto; perché oltre che da aspetti della personalità, il modo di percepire lo stress è ovviamente legato alle esperienze. Col passare degli anni, ma soprattutto con il contatto coi colleghi, si può diventare in grado di valutare meglio (con sguardi sul futuro) le caratteristiche delle attuali azioni avversarie rivolte alla conquista del mercato dell’autoriparazione e le conseguenze a lungo termine per noi di questa situazione negativa.

Non dobbiamo però abbandonare la certezza della nostra abilità, delle capacità tecniche in nostro possesso, che ci consentono e ci consentiranno di mantenere la mobilità degli automobilisti. Particolarmente da qui in poi, perché con la fine dell’illusione e delle ubriacature consumistiche, si dovrà per forza tornare a valorizzare la capacità manuale artigiana, nonché il risparmio per la nazione tutta, che la nostra seria attività comporta.

Gianni Tassinari