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Cronache da Firenze

Sabato 26 siamo andati alla Stazione Leopolda di Firenze per conoscere l’opinione di Matteo Renzi sul mondo dell’autoriparazione. Abbiamo scoperto che, oltre alla bicicletta di cui è noto il suo plauso incondizionato, gli piacciono la Vespa che infatti faceva bella mostra di sé sul palco, tra microfoni vintage e camicie bianche d’ordinanza, e la 500 anni ’60 parcheggiata all’ingresso dell’edificio – una vecchia stazione ferroviaria dismessa già nel 1860 ed oggi luogo di eventi – che ospitava la tre giorni renziana.

L’obiettivo della giornata era principalmente quello di poter esporre nei fatidici canonici quattro minuti officiati dal cerimoniere e scanditi dal gong il grido di allarme dei carrozzieri e la minaccia dalla lobbies assicurative. Ma ci sarebbero bastati anche solo trenta secondi.

Fin dalla scorsa settimana Federcarrozzieri si era attivata inoltrando la formale richiesta, ma con non poca sorpresa, venerdì sera ci era stato comunicato che l’argomento difesa delle imprese artigiane non era in sintonia con lo slogan della kermesse Diamo un nome al futuro. Forse non era abbastanza cool, come il sindaco fiorentino pretende siano tutte le cose che ruotano intorno a lui. Forse era troppo critico; ma la preoccupazione e la disperazione si possono esprimere senza digrignare i denti? Forse sono stati i troppi i fax inviati a seguito della sollecitazione di Federcarrozzieri del 14 ottobre? https://ilcarrozziere.it/blog/2013/10/giu-le-mani-dalle-carrozzerie/

Comunque il rifiuto di Renzi non ha scoraggiato il gruppo di carrozzieri che si era presentato all’appello. “Carrozzeria Trasparente” capitanati da Marco Interdonato e i “Carrozzieri Italiani”  con Alessio e Gianfranco, Attilio e tanti altri colleghi toscani. Qui è il momento di  ricordare che venire alla Leopolda ha significato, oltre al sacrificio di un giorno prefestivo, trovare il tempo, la voglia e i soldi. Perciò grazie ancora a chi l’ha fatto.

Un briefing ed ecco dispiegati i due distinti piani d’azione: da un lato bussare a tutte le porte possibili per l’ottenimento dell’agognato palcoscenico, dall’altro avvicinare i politici, opinionisti e giornalisti ogni volta che tra la folla se ne riconosceva uno. Con un pizzico di sfacciataggine, se serviva, e non abbandonando il campo prima aver lasciato nelle mani dell’interlocutore di turno il volantino Giù le mani dai carrozzieri!

C’erano volantini dappertutto, ci viene riferito dallo staff organizzativo

E così tra chiacchiere, iPad (dappertutto), ravioli al ragù (pochi), radical chic (molti)  la giornata volgeva al termine ed eravamo già rassegnati alla impossibilità di discutere con Renzi quando finalmente l’on. Gutgeld , (ricordiamolo: è il consigliere economico del sindaco fiorentino) ci ha concesso breve udienza.

È lui il primo firmatario della famigerata proposta da noi denominata ammazza-carrozzieri: 

(https://ilcarrozziere.it/blog/2013/09/grave-allarme-per-tutte-le-carrozzerie-ci-risiamo-i-lobbisti-ignoranti-ci-riprovano-in-parlamento/) .

Date le circostanze e dopo l’incontro con il sen. Altero Matteoli (PDL),  le parole di supporto dell’on. Andrea Colletti (Mov. 5Stelle) durante gli Stati generali della Carrozzeria e l’incontro al Ministero dello sviluppo economico di mercoledì, abbiamo – per così dire – quasi chiuso il cerchio.

Nell’occasione abbiamo ulteriormente manifestato la contraddizione tra la difesa degli interessi economici di potentati finanziari quali sono le compagnie assicurative e il manifesto politico economico di Renzi che intenderebbe ridare valore e conseguente adeguata protezione normativa alle imprese artigiane.

«Questo è un Paese fondato sul lavoro ma che campa di rendita – è il ragionamento che ha espresso Renzi ieri nel suo intervento conclusivo – Se uno sta semplicemente dietro ai quattrini, atto assolutamente legittimo ha strumenti molto più redditizi, ha la rendita. Ci sono fasce sociali intere che vivono di rendita. Chi fa l’imprenditore, oggi, è un eroe».

Ma allora Renzi è dei nostri! Non illudiamoci. A vent’anni partecipò alla Ruota della Fortuna e sapete perché?

«Adoro i giochi di parole»  ha dichiarato in una recente intervista.

 

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