Saldi di fine stagione

A fine dicembre 2013, il ministero dello Sviluppo economico partorisce un obbrobrio: è l’articolo 8 del decreto Destinazione Italia. Ossia, un regalo alle Assicurazioni. In quell’articolo 8, trovi tutto quello che le Compagnie hanno chiesto per anni. Una norma che fa fuori i 17.000 carrozzieri indipendenti, e calpesta i diritti al risarcimento degli automobilisti. Ma l’articolo 8 è così osceno che accadono due fatti.

1) Federcarrozzieri guida la rivolta sul web, e il fronte dei riparatori indipendenti sfonda a livello mediatico. Si crea la Carta di Bologna, cui aderiscono Federcarrozzieri, Associazione familiari vittime della strada, Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, Assoutenti, Comitato unitario patrocinatori stragiudiziali Italiani, Organismo unitario dell’avvocatura, Unione avvocati responsabilità civile e assicurativa, Associazione culturale Mo Bast!, Associazione Valore uomo, Sportello dei diritti. Nasce un movimento alimentato da numerosissimi consorzi/associazioni www.mobilitazionedecretorcauto.it.

Le rivendicazioni di quelle sigle e di piccoli umili blog come il mio vengono minimizzate dai politicanti. C’è chi parla di interessi corporativi, contro lo sviluppo del mercato.

2) Interviene non un carrozziere, non un blogger, non un patrocinatore stragiudiziale, ma la commissione Giustizia, (on Franco Vazio primo firmatario). Che riduce in poltiglia l’articolo 8 del decreto. Una stroncatura senza precedenti, dettagliata, motivata, e appoggiata da nomerosissimi altri deputati di tutte le fazioni politiche.

A questo punto, ecco la decisione del Governo Letta: lo stralcio dell’articolo 8. Perché anche l’Esecutivo ha capito che trattasi di norme assurde, che assassinano la libertà del mercato.

Splendide le incursioni politiche di Marco Di Stefano (Pd), Antonio Boccuzzi (Pd), Andrea Colletti (M5S) e Daniele Pesco (M5S). Che con il loro pressing, sono riusciti – assieme alla Carta di Bologna – a far vincere gli automobilisti, i danneggiati, i carrozzieri indipendenti (il cui futuro sarebbe stato a rischio se fosse stato approvato l’articolo 8 del decreto Destinazione Italia).

Storia finita? Macché (come sospettavo). Tutta entusiasta, la senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico, dice:  “Il Consiglio dei ministri ha oggi approvato un disegno di legge che riprende il testo dell’articolo 8 del Destinazione Italia, soppresso ieri dalle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, nel quale erano inserite le norme di riforma della Rc auto, così come predisposte da Palazzo Chigi. Rimane il rammarico per l’occasione persa con la soppressione dell’articolo 8, che avrebbe consentito immediatamente ai cittadini di beneficiare di una riduzione dei costi delle tariffe. D’altro canto, non posso che essere soddisfatta dalla decisione del Consiglio dei ministri che, da un lato, conferma il positivo lavoro svolto in questo mesi, e dall’altro ripropone in maniera forte e decisa la necessità di un intervento che riduca i costi delle tariffe assicurative. L’auspicio è che adesso si lavori celermente in questo senso, dando un segnale chiaro ai cittadini”.

Già. Ma adesso si pone il problema di far bere lo sciroppo alla gente. Come glielo spieghi che la commissione Giustizia disintegra l’articolo 8, la commissione Finanze lo spazza via, e tu lo riproponi pari pari, per la gioia delle Compagnie? Ed ecco il trucco: lo sconto. Ma sì. Bastano quei quotidiani online che copiano e incollano i comunicati del Consiglio dei ministri, e il gioco è fatto.

Allora, i quotidiani sgorgano di passione esibendo i titoloni: sconti, sconti, e ancora sconti sulla Rca. Di quanto? Del 4%; no, di più: del 5%. Ma va, addirittura del 7%. C’è da godere. Sino all’orgasmo: “Il totale delle riduzioni previste dal governo è del 23%. Esempio: chi pagava un premio Rc auto di 1.000 euro all’anno, avrà una decurtazione a 770 euro”.

Caspita. Peccato che venga trascurato qualche dettagliuccio.

1)  L’automobilista perde il diritto di riparare l’auto dove ritiene opportuno. Infatti, qualora intenda farlo (cioè se va dal proprio carrozziere di fiducia, indipendente), resterà a suo carico la differenza tra il costo di un lavoro eseguito a regola d’arte e l’importo che verrebbe corrisposto a un riparatore convenzionato (risarcimento in forma specifica).

2) L’assicurato perde il diritto al risarcimento del danno al mezzo nel caso di mancata riparazione. E perde il diritto al rimborso delle spese mediche e di cura, che dovrà effettuare presso centri medici convenzionati con le Assicurazioni.

3) I danneggiati da circolazione stradale perderanno il diritto al risarcimento se non formuleranno una richiesta danni entro 90 giorni dal fatto.

4) La scatola nera è un’arma micidiale in mano alle Assicurazioni, che potranno fare notevoli sforbiciate ai risarcimenti.

In più, i 17.000 carrozzieri indipendenti vengono spinti verso un burrone, e saranno costretti a licenziare.

Alla facciaccia schifosa dello sviluppo economico.

Ma quando ci decidiamo a mandare questi politicanti a casa?

Ezio Notte

tratto da Automobilista.it