Abbiamo visto con sconcerto il funzionario di punta di CNA  non un carrozziere ma un dipendente non eletto da nessuno, partecipare ad una trasmissione col front man di ANIA (meno brillante del solito) insieme al consueto “consumatore” esperto di RC auto (noto per la sua simpatia nei confronti delle Compagnie e per il disprezzo della categoria degli artigiani), e ad un cronista della “grande stampa” (fedele interprete dei programmi delle assicurazioni e autore di un libro commissionatogli da un ente proprietario di una compagnia assicurativa).

Abbiamo visto una pantomima, che, nelle intenzioni di qualcuno, doveva forse risarcire il flop mediatico della assemblea ANIA 2014, passata in sordina sulla grande stampa.

Era prevedibile la finta dialettica tra soggetti che avevano una  tesi comune: trovare il modo per consentire alle compagnie di diminuire i risarcimenti e criminalizzare il diritto degli artigiani a fare il loro mestiere cercando di non doversi vergognare di guadagnare il giusto, pagare i lavoratori, rispettare norme e ambiente.

 

2 miliardi 500 milioni di utile solo in ambito RCA 

Inaccettabile però che in un tale contesto, replica di altre trasmissioni teleguidate da qualche ufficio stampa, abbia preso parte il funzionario di vertice per sostenere le trite tesi delle compagnie sulla scomposizione delle voci di danno. E qundi è stata ancora riproposta la falsa tiritera secondo la quale “non è colpa dei carrozzieri ma delle lesioni” se il prezzo delle polizze è alto. Nessun timido richiamo, da parte dell’ineffabile funzionario, sul fatto che i profitti della RC auto nel 2013 sono di due miliardi e mezzo di euro e al patologico livello di concentrazione nel settore.

Nessun accenno a quello che accade in Francia dove con la legge Hamon è stata sancita la libertà di scegliere il carrozziere di fiducia mentre qui si discute di clausole contrattuali capestro. Bastavano quei dati per chiudere il discorso e passare ad altro.

Nulla di nuovo, sia detto: CNA ha manifestato sia all’assemblea Unipol che nel suo documento strategico la volontà di fare un ennesimo accordicchio consociativo il cui effetto a nostro avviso sarà regalare il mondo della riparazione alle compagnie tramite la creazione di una cessione di credito “concordata” o il declassamento della stessa a delega di pagamento.

 

La tossicità  degli emendamenti confederali

Quell’emendamento delle Confederazioni sull’art. 8 che Federcarrozzieri ha bonificato togliendolo dalle mani alla moltitudine di parlamentari che l’avevano sottoscritto pensando di fare gli interessi degli artigiani non era un errore ma la chiara volontà, insieme all’ANIA; di mettere il nostro lavoro e le nostre imprese alla mercè delle compagnie.

Non si sente davvero più il bisogno di funzionari cioè, lo ripetiamo, di dipendenti non eletti da nessuno e che non rispondono politicamente del loro operato, che assumono iniziative politiche personali non condivise e inaccettabili.

 

I tintolavandai, i meccatronici e i carrozzieri: per CNA pari sono?

Costoro non rappresentano i carrozzieri, tantomeno li rappresentano  presidenti che di mestiere fanno i meccanici e che nei loro interventi si mettono a fare  pubblicità all’Unipol dimostrando pure  di non conoscere gli interessi in gioco con risposte inappropriate a chi ha fatto rilevare la inopportunità di dichiarazioni pervase da sudditanza verso il gruppo assicurativo bolognese.

 

La Carta di Bologna

Abbiamo contribuito a creare la Carta di Bologna e un articolato set di proposte a tutela dei danneggiati, dei riparatori e dei consumatori.

Si confronti CNA, attraverso una rinnovata dirigenza capace e preparata, con questi punti invece di continuare ad affaticare la nostra categoria che ogni giorno deve combattere contro i soprusi delle compagnie e da tempo ormai deve anche rimediare ai costanti errori di questi  rappresentanti confederali.

 

 

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