Anna Maria Gandolfi, un profilo molto alto. Che sintetizziamo così: titolare della Carrozzeria Fiume di Brescia, Cavaliere del lavoro, consigliera di Parità provinciale a Brescia.

Anna Maria, hai portato avanti tante battaglie nel settore auto: qual è quella di cui vai più fiera?
“In particolare, vado fiera di aver combattuto questa battaglia: trasferire con successo il know how in Italia, vale a dire il fare rete tra aziende. È accaduto dopo aver conosciuto i carrozzieri francesi che, nel 1997, vennero all’Autopromotec facendo le previsioni dei successivi 10 anni che puntualmente si sono avverate. Axial Italia è stata la prima rete di carrozzerie costituita in nel nostro Paese. Sono fiera di aver mantenuto sempre fermi i princìpi del fare rete dal 1996 a oggi: allora, con l’Accordo Ania; e oggi per l’indipendenza e la libertà di scelta”.

Oggi, le Assicurazioni sono in pressing sul Parlamento: puntano alla riparazione dal carrozziere convenzionato, e all’abolizione della cessione del credito. Cosa pensi di questa situazione?
“Illegittima, anticostituzionale. Da combattere sempre. Mai abbassare la guardia, perché con le Assicurazioni questo non è l’unico problema. E le Compagnie lo sanno bene, non sono sprovvedute, ma ci vogliono far perdere tempo andando davanti ai giudici…”.

Ti occupi molto di diritti delle donne. In questo momento, i diritti degli automobilisti, dei danneggiati, sono a rischio?
“Sì, sono a rischio eccome. È gravissimo che le associazioni dei consumatori più rappresentative non abbiamo mosso un dito. Il loro atteggiamento fa proprio pensare al rapporto tra loro e le lobby assicurative. In un certo senso, trovo che ci sia una forte discriminazione tra le aziende fiduciarie e le aziende non fiduciarie di Compagnie. Mi spiego con un esempio: presso le carrozzeria fiduciarie si usa la cessione del credito e non si è controllati fino a 3.000 €; invece, le non fiduciarie sono controllate anche per i 500 €, e dovrebbe essere abolita la cessione. Una contraddizione intollerabile. Ma scherziamo? Il tutto giustificato da un accordo commerciale? E poi sarebbe questa la strategie per limitare le frodi? Ma questo è solo il segreto di Pulcinella!”.

Fra le mille cose che fai, sei anche giornalista. Il messaggio che i tg inviano agli italiani è semplice: c’è un disegno legge che ti fa risparmiare il 25% sulla Rc auto. Come far capire che quelle riduzioni sono tutte da dimostrare? E come far capire che ne va della libertà dell’automobilista?
“Premesso che i carrozzieri non hanno la forza economica delle Assicurazioni di impegnarsi in campagne pubblicitarie nazionali, come giornalista, rispettando il nostro codice deontologico e non pensando solamente a vendere copie di giornali, penserei a titoli accattivanti. Qualche esempio: ‘Rc auto: la tua libertà ha un costo, quello che devi sapere e che non ti dicono’. Oppure ‘Rc auto: chi paga un servizio ha diritto alla libertà di scelta del fornitore”.

Le Assicurazioni fanno utili a palate con la Rc auto. Gli incidenti calano per via della crisi. Ma è proprio necessaria una legge che imponga sconti?
“Secondo le normative europee, non si può fare una legge che imponga sconti. Comunque faccio ancora un esempio, per essere chiara: se ho un ladro che mi viene in casa, mi appellerò alla legge per punirlo, sempreché riesca a individuarlo. Ma, per prima cosa, dovrò pensare a proteggere la mia casa con antifurto e porte blindate. In modo che il ladro se ne stia alla larga. Così dovrebbero fare le Assicurazioni, non sollecitare la politica a disegni di legge di parte. Le Compagnie hanno tutti i mezzi per studiare strategie finalizzate alla diminuzione delle polizze e visti gli utili, nonostante i costi fissi di gestione mai scesi in questi ultimi anni, potrebbero farlo. Manca la volontà politica, manca una Authority indipendente che controlli veramente l’efficienza di questi poteri forti, manca la volontà di queste fantomatiche associazioni di consumatori che tutelino davvero i consumatori: è vergognoso”.