La Francia non è poi così distante da noi. Solo pochi mesi fa l’informazione francese riportava “Prima o poi doveva succedere ad AXA. Non c’era ragione, infatti, che il gigante assicurativo francese non finisse per essere condannato”.

L’Italia doveva rispondere e così anche qui da noi arrivano le condanne per Axa.
Le compagnie assicurative provano da tempo ad inserire il divieto di cessione nei provvedimenti di legge, e nulla.
Provano allora con le clausole contrattuali ma si beccano la vessatorietà.
Insomma gli dice male.

Temerari, non cedono. Già perché nel tentativo di ostacolare in ogni modo possibile la cessione del credito, gli assicuratori, credendo d’essersi fatti furbi, l’hanno pensata e c’han provato anche in giudizio. Solo che proprio non gliene veniva una buona e allora l’han buttata su una assimilazione che stride come il gesso sulla lavagna.

Cosa ha provato a sostenere l’Axa?

La presunta nullità del contratto di cessione del credito per svolgimento di attività finanziaria ai sensi dell’art. 106 TUB da parte di soggetto non autorizzato.
Cosa ha risposto il Giudice di Pace Dott. Fabio Del Re? Ha dovuto spiegare che la cessione in favore dell’attrice (carrozzeria) avviene senza alcuna dazione in denaro in favore del cedente, è gratuita e dunque non configura finanziamento. Eccezione infondata!

Diciamolo: hanno tentato ma gli è andata nuovamente male.
La sentenza chiarisce alle compagnie assicurative, ed ai periti fiduciari, un altro aspetto interessante. Nel giudizio intrapreso dall’autocarrozzeria, l‘Axa non contestava il diritto risarcitorio, pur avendo opposto un diniego (?!) ma la congruità degli importi. Dalla comparazione tra fattura prodotta agli atti e perizia del fiduciario è emersa, però, un’unica differenza ovvero il costo di mano d’opera. Bene. I documenti allegati dall’avv. Massimo Zanetti, difensore della Carrozzeria cessionaria, hanno fatto la differenza.
Sono stati infatti prodotti una comunicazione di Confartigianto, relativa ai prezzi massimi del settore ed in quel territorio che ha, come sostenuto dal giudice, confermato la libertà di scelta imprenditoriale di adottare una tariffa contenuta all’interno dell’intervallo rilevato sul territorio in cui si opera. Un ulteriore documento ha sostenuto tale opzione di scelta. Il listino che parte attrice ha prodotto, peraltro depositato in Camera di Commercio, che attesta come si sia in presenza di una tariffa normalmente applicata a tutti i clienti e come dunque non vi sia alcuna intenzione della carrozzeria di ottenere vantaggi non dovuti.
Ma non finisce qui.
La sentenza n. 430/2016 riconosce anche ulteriori pretese, legittimamente avanzate. Vediamo quali.
Riconosce il costo sostenuto per il noleggio a fronte sia per la validità del documento prodotto, ovvero la lettera di noleggio controfirmata, sia per la compatibilità della durata con la riparazione eseguita.
Ugualmente riconosciute le spese stragiudiziali, poiché, con la documentazione allegata si è dimostrata la necessità per l’autocarrozzeria di rivolgersi ad un legale in conseguenza del rifiuto opposto dalla compagnia.
Si tratta di un rarissimo caso di pratica inserita in Oxygen sfociata in un contenzioso. Parliamo dello 0,38%, una percentuale bassissima e, l’esito, ribadisce come i sinistri gestiti in piattaforma siano caratterizzati da trasparenza ed inattaccabilità.
L’Axa si difende prendendo fischi per fiaschi e la carrozzeria, con l’avv. Zanetti, spazzano via il fumo dagli occhi con l’evidenza dei fatti ed un’ottima ricostruzione documentale. Carta canta è il caso di dire.
Axa stracciata. Prima o poi doveva succedere anche da noi!

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