La videoperizia è una pratica introdotta da alcune compagnie di assicurazione che, in caso di incidente, evitano di inviare un perito di persona. Al contrario, richiedono al cliente di documentare i danni subiti attraverso foto o video. L’assicurato può essere contattato via videochiamata, durante la quale gli viene chiesto di riprendere i danni del veicolo, o può inviare il materiale tramite un’applicazione dedicata. In ogni caso, l’assicurato viene “guidato” da un operatore o dallo stesso perito, che lo istruisce su come inquadrare le aree danneggiate.

video perizia

Questo metodo, tuttavia, presenta alcune criticità. Prima di tutto, la qualità delle immagini può non essere sufficiente a rilevare tutti i danni, sia esterni che interni. Problemi come la luce, il colore dell’auto e i riflessi possono nascondere alcuni dettagli, e danni non visibili senza lo smontaggio di alcune parti del veicolo rischiano di passare inosservati. Di conseguenza, l’automobilista potrebbe ricevere un risarcimento inferiore rispetto ai costi effettivi di riparazione, rendendosi conto dell’insufficienza solo quando l’auto è in carrozzeria.

Nella videoperizia, l’assicurato diventa protagonista attivo del processo, assumendo il ruolo di “cineoperatore” e filmando la propria auto. Questo materiale, trasmesso in videochiamata, viene poi esaminato dal perito per formulare la stima dei danni. In apparenza, sembra un sistema efficiente e veloce, ma nasconde diversi problemi:

  1. L’automobilista, per quanto preciso, non ha le competenze di un perito e può non evidenziare i dettagli essenziali per una corretta valutazione. Molti danni potrebbero apparire meno gravi di quanto siano realmente, risultando in stime errate.
  2. La stima dei danni effettuata tramite un dispositivo digitale (smartphone, tablet o computer) non permette al perito di avere una visione completa delle deformazioni e delle parti nascoste. Anche la profondità dei danni può sfuggire all’osservazione via video.
  3. La valutazione da remoto è basata su immagini e video, con il perito che deve dedurre il tempo di lavoro necessario per riparare i vari componenti, come lattoneria e verniciatura. Tuttavia, senza una visione diretta, queste stime rischiano di essere poco accurate.

Il Codice delle Assicurazioni Private (art. 156 del D.Lgs. 209/2005) stabilisce che il perito deve accertare i danni con diligenza, correttezza e trasparenza. La videoperizia, non essendo esplicitamente riconosciuta dalla legge, non può quindi garantire queste condizioni.

In sostanza, il ricorso alla videoperizia potrebbe mettere a rischio il giusto risarcimento dell’automobilista, esponendolo a decisioni unilaterali delle compagnie assicurative e riducendo l’imparzialità del processo peritale. L’adozione sistematica di questo strumento può minare il diritto dell’assicurato a una protezione adeguata, che lo Stato dovrebbe garantire, vista l’obbligatorietà della polizza R.C.A.