Iniziano i Saldi in Carrozzeria, e forse durerenno per sempre, se l’articolo 29 del DDL 3110 SALVAITALIA non rientra, ma mi chiedo, proprio noi carrozzieri dobbiamo contribuire a salvare l’Italia ?

Vi inoltro l’articolo pubblicato dal mensile Professione Carrozziere di Febbraio.

Liberalizzazioni … di che?

Di Giovanni Alberino

Autorizzazione alla pubblicazione di Italo Grifoni

Tana! Liberi tutti. Ve lo ricordate il gioco che si faceva da bambini. Questa era la formula magica che nel nascondino liberava tutti e il gioco poteva ricominciare da capo.

Se le liberalizzazioni fatte dal Governo Monti dovevano servire a togliere le pastoie e i vincoli (o privilegi) di alcune categorie, il risultato è stato – almeno per ora – una delusione generale. Molte buone intenzioni sono state modificate su pressioni delle lobby e degli interessi di bottega. Se poi osserviamo il decreto a fini dei possibili vantaggi declamati dai rappresentanti di governo nei confronti dei cittadini consumatori, francamente non ne vediamo uno anzi, in molti casi ravvisiamo l’esatto contrario.

Per stare al tema che più ci interessa, relativo agli autoriparatori e di riflesso alle assicurazioni, dobbiamo rilevare come, ancora una volta, la lobby degli assicuratori sia riuscita ad ottenere vantaggi che solo qualche tempo fa erano insperati, addirittura al di là delle aspettative degli interessati.

Non solo quello che era stato auspicato circa la modifica sostanziale del risarcimento diretto non si è verificata, ma anzi è stato implicitamente riconfermato l’impianto del risarcimento diretto con l’unica variante della rivisitazione del sistema di calcolo del forfait di rimborso nella stanza di compensazione che, nel prossimo ricalcolo, dovrà tenere conto dell’efficienza produttiva delle compagnie e in particolare sul  controllo dei costi dei rimborsi e l’individuazione delle frodi. Come a dire: io guardo al risultato, come ci arrivi, non m’interessa.  Adesso c’è da auspicare, almeno per le frodi, che le compagnie facciano qualche cosa tenuto conto che potrebbe esserci un incentivo, ma sono disposizioni talmente generiche di cui il mercato assicurativo se ne fa un baffo! Anzi, questa potrebbe rappresentare un nuovo rilancio per stringere ancora di più la borsa nei confronti di tutti gli autoriparatori (fiduciari e no) pur di ottenere il vantaggio economico nei rimborsi ventilato nel decreto.

Aspettiamo di vedere quali saranno in pratica le disposizioni tecniche messe in atto da parte della Commissione Ministeriale preposta e poi ritorneremo sull’argomento. Intanto alle Compagnie viene concessa la scappatoia di poter dilazionare l’offerta di risarcimento nel caso la banca dati sinistri evidenzi almeno due incongruenze significative e di poter esaminare il mezzo danneggiato entro cinque giorni lavorativi consecutivi da quando viene messo a disposizione, in mancanza di ciò l’obbligo di offerta viene sospeso.

Ma non tutto è contro l’utente danneggiato, per chi accetta di installare la cosi detta “Scatola nera”, i cui costi (generico) sono a carico  dell’impresa, vi sarà uno sconto sul premio di polizza. Come abbiamo potuto vedere in altre occasioni, i costi non sono solo quelli concernenti l’installazione del dispositivo, ma anche quelli inerenti ai vari servizi che il gestore telematico mette a disposizione e che sono prerogativa dell’utilizzatore, così come le spese per il passaggio su altro veicolo o il suo definitivo espianto. Senza contare il legame che vincola l’utente al fornitore dei servizi telematici e di conseguenza alla compagnia di assicurazione a esso collegata precludendosi la possibilità di aderire ad offerte migliori. 

Quello che invece lascia maggiormente perplessi, se non disgustati, è invece il comma 2 dell’articolo n. 30 del decreto che, a scanso di equivoci citiamo testualmente: “In alternativa ai risarcimenti per equivalente, è facoltà delle compagnie offrire, nel caso di danni a cose, il risarcimento in forma specifica. In questo caso, se il risarcimento è accompagnato da idonea garanzia sulle riparazioni, di validità non inferiore ai due anni per tutte le parti non soggette a usura ordinaria, il risarcimento per equivalente è ridotto del 30 per cento”.

Non so se mi spiego! Ma vi siete resi conto della portata di queste poche righe? Significa in sostanza che l’utente assicurato, che ha la sfortuna di essere coinvolto in un incidente senza colpa con la propria auto, rischia di avere il risarcimento del danno vincolato da una franchigia del 30% e tutto ciò senza alcun vantaggio sul premio di polizza. Almeno prima era facoltativo accettare o no la clausola del risarcimento in forma specifica a fronte di uno sconto, ma con questa regola diviene in sostanza un’imposizione. Hai voglia di dire che se non vuoi l’abbattimento, basta che fai riparare l’auto presso un carrozziere di fiducia della compagnia, dove sta la libera concorrenza e soprattutto la libertà di scelta, tenuto conto che l’auto è un bene mio personale che deve essere reintegrato nell’efficienza e nel valore e ciò non può essere delegato ad una gestione altrui. Senza contare che la cosi detta e sbandierata garanzia citata nel decreto, lo sabbiamo tutti, è una farsa: quali sono i criteri e le regole su cui poggia questa garanzia?  E chi controlla la corretta esecuzione dei lavori e la fornitura dei ricambi? Nel caso di reclamo poi, chi risponde in prima persona: il carrozziere o la Compagnia di assicurazione? Sulla scorta dell’esperienza già maturata in questi anni, sappiamo bene come va a finire: in definitiva la fregatura è per il consumatore e per i carrozzieri indipendenti, mentre tutti i vantaggi vanno alle Compagnie di assicurazione che saranno ulteriormente incentivate a creare reti e a dettare regole economiche nel risarcimento e nella riparazione dei danni sempre più vantaggiose per loro.

A ulteriore beffa ai danni per l’utente, viene posto l’obbligo per l’agente di assicurazione d’informare il cliente su almeno altri tre preventivi estratti da imprese appartenenti a gruppi diversi, c’è da chiedersi se chi ha fatto la norma è cosciente di come funzionano i rapporti  d’agenzia: secondo voi è possibile che io offra un prodotto della concorrenza rischiando che sia migliore del mio e quindi perdere il cliente solo per il fatto di dover adempiere ad un obbligo altrimenti sanzionabile? Ovviamente andrà a finire che fra le tante clausole, clausolette, note e noticine, tra una firma e l’altra, mi faranno sottoscrivere anche quella della presa visione dei tre preventivi, anche se, di fatto, ciò non è avvenuto… tanto chi se ne accorge o controlla?

In tutto questo c’è da chiedersi dove stanno, cosa hanno fatto e cosa stanno facendo, le associazioni in difesa dei consumatori: il silenzio assordante che le circonda significa che sono d’accordo con l’impostazione governativa e allora c’è da chiedersi cosa ci stanno a fare lì.

Adesso, ma forse è un po tardi, c’è il risveglio delle confederazioni nazionali di categoria degli artigiani, che spingono per modificare alcune storture del sistema entro sessanta giorni che se confermato nella sua interezza saranno disastrose per tutta la categoria. Non ci resta che augurare una felice riuscita delle loro istanze o ….. tutti in pazza!

 

opzione……. molto più pesante…..

 

Ma lo stesso dicasi per le confederazioni nazionali degli artigiani carrozzieri che sono assolutamente assenti, lasciando la categoria alla mercé dei potentati economici e politici. Sostituire la rappresentanza delle confederazioni con altre di nuova costituzione non è certamente la soluzione migliore, ma chiedere con forza che vengano allontanati gl’incapaci è un diritto degli artigiani, almeno di quelli che pagano la tessera.